Politica

Sinistra Italiana spaventa Renzi. Migliaia di iscritti lasciano il Pd


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


Questa volta Matteo Renzi, al di là delle dichiarazioni ufficiali e di facciata, inizia davvero a preoccuparsi. Sinistra Italiana, il cantiere per la nuova formazione di sinistra, nato sabato scorso al teatro Quirino di Roma, muove rapidamente i primi passi. Secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti qualificate, all'interno della minoranza dem ci sarebbero una decina di parlamentari (sia deputati sia senatori) che starebbero riflettendo seriamente e che nelle prossime settimane potrebbero lasciare il governo e il Pd per aderire al nuovo partito.

A far preoccupare il Nazareno e Palazzo Chigi sono soprattutto i movimenti sul territorio. Nelle 48 ore successive alla kermesse di sabato a Roma sono stati migliaia i messaggi sui social, gli sms, le mail e le telefonate di iscritti ed elettori del Pd che hanno comunicato la loro adesione a Sinistra Italiana direttamente ai promotori della nuova formazione politica. Le adesioni a SI dal Pd (molte delle quali recitano un simbolico "da elettorale di sinistra ho ritrovato la mia casa, grazie a tutti voi") arrivano soprattutto dal Centro-Nord, imponenti nelle Regioni rosse (Toscana, Emilia Romagna, Marche e Umbria), ma anche dal Sud e dalle Isole stanno arrivando segnali incoraggianti.

Sinistra Italiana in teoria era soltanto un'ipotesi di nome ma, visto il successo di pubblico e sui social network, molto probabilmente gli iscritti lo confermeranno come nome ufficiale. Il congresso si terrà nel 2016 (più probabile in autunno che in primavera) e avverrà dopo un lento e capillare processo di consolidamento sul territorio che vedrà al primo punto la partecipazione degli iscritti. Due sono i pilastri fondamentali: un nuovo pensiero e una nuova organizzazione.

Per il momento fanno parte del cantiere di sinistra Sel e molti gli ex Pd come D'Attorre, Fassina e Mineo (Civati per qualche mese andrà avanti con Possibile e poi convergerà in Sinistra Italiana). Ma c'è massima apertura anche verso Rifondazione Comunista, la Lista Tsipras e i Verdi. Nessun rapporto, invece, con l'Italia dei Valori che ha già stretto un accordo con Renzi. Ma i promotori di Sinistra Italiana tengono a precisare di voler dare vita a una sinistra di governo, ulivista, plurale e aperta ai cattolici. L'obiettivo non è quello di una formazione di sinistra nostalgica e nemmeno una somma di sigle esistenti, ma l'intento è quello di far nascere un soggetto nuovo con alcune caratteristiche politiche, culturali e programmatiche chiare.

"Sinistra Italiana sarà keynesiana e anti-liberista", spiega D'Attorre ad Affaritaliani.it. "Un partito che sta dalla parte della Costituzione, senza se e senza ma. Il nostro modello di società prevede la centralità del lavoro e dell'uguaglianza dei cittadini. Sarà un partito neo-berlingueriano che mette al primo posto l'onestà e la sobrietà nell'agire politico. Siamo anti-lideristi, ovviamente sceglieremo il candidato premier e il segretario, ma bisogna costruire la squadra partendo da una comunità voltando pagina rispetto alle ambizioni dei singoli che hanno caratterizzato in questi anni la politica. Il nostro sarà un progetto collettivo".