Sondaggi: Conte più amato di Salvini e Di Maio, ok Gentiloni, Renzi rottamato
Il Presidente del Consiglio spopola nei consensi, Silvio Berlusconi resta stabile ed è disastro per l'ex segretario del Pd
I sondaggi parlano chiaro, e in particolar modo quello di Ilvo Diamanti per Repubblica. Il basso profilo, una linea di condotta sobria e una non invadente esposizione mediatica pagano per Giuseppe Conte, il Presidente del Consiglio del governo Lega-m5s che risulta il leader politico più popolare in Italia.
Conte piace al 61 % del campione sondato, superando anche i due "dioscuri" Matteo Salvini (60%, rispetto al 52 % di maggio) e Luigi Di Maio (57%, dal 42% di maggio).
Clamoroso "quarto di cotanto senno" è l'ex primo ministro dem Paolo Gentiloni che, malgrado la quasi effettiva scomparsa dalla scena mediatica, si assesta su un lusinghiero 45% dei consensi (scendendo di soli tre punti percentuali rispetto al 48% di maggio).
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, è quinta incassando il 39% di gradimento, Nicola Zingaretti del Pd, presidente della Regione Lazio, convince il 33% degli intervistati, Beppe Grillo il 32% come Pietro Grasso di Liberi e Uguali e Maurizio Martina, segretario attuale del Pd, raccoglie invece il 29% dei consensi.
Silvio Berlusconi, anch'egli defilatissimo in questi mesi, proprio lui che ci aveva abituato a una quasi onnipresenza sui media, resta stabile al 29%.
E Matteo Renzi, che invece - malgrado le promesse e i buoni propositi di adottare un low profile - fa il bello e il cattivo tempo sui social network, alle feste de l'Unità, in Tv e sulla stampa? Le cose gli vanno decisamente maluccio, visto che per trovarlo bisogna scendere al 23% del gradimento, calato di un punto rispetto al 24% estivo.
Un dato decisamente preoccupante per l'ex segretario del Pd, dato che stride del tutto con i proclami trionfali dei renziani, secondo i quali - basandosi sui bagni di folla nelle feste dem - il loro leader è amatissimo, popolarissimo e prontissimo a tornare a Palazzo Chigi. Le rilevazioni statistiche sembrerebbero invece, a conti fatti, segnalare la tendenza opposta come se, per una sorta di contrappasso, il grande rottamatore fosse sempre più rottamato.
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