Politica

Torna la pace in Emilia Romagna. E ripartono le assunzioni in Regione

Antonio Amorosi

Bonaccini, dal flirt con Italia Viva di Renzi ai nuovi concorsi in Regione. Dal no allo Ius soli al sì dopo la vittoria. E la società fiorentina che ha aiutato

I “barbari”, come gli esponenti del Pd emiliano chiamano quelli della Lega e del centro-destra, sono stati sconfitti e il sistema Emilia Romagna può tornare alla normale amministrazione. 

La “buona amministrazione”. “Buona” soprattutto per te, se graviti intorno al partito o a chi ancora ne ha la tessera.

 

Ma qualche settimana fa la musica sembrava ben diversa. 

Tra gli “spifferi” del Pd in tanti avevano addirittura balenato che in caso di sconfitta Bonaccini sarebbe passato a Italia Viva di Matteo Renzi. 

E’ sempre rimasto saldo il legame tra i due.

Nel 2013, dopo aver sostenuto Pier Luigi Bersani alle primarie del centro-sinistra del 2012 proprio contro Matteo Renzi, Bonaccini sorprese tutti diventando alfiere del politico fiorentino. Renzi, diventato segretario lo nominò responsabile nazionale degli Enti Locali del partito.

E Firenze c’entra anche con la vittoria del 26 gennaio in Emilia. A fianco di Bonaccini, a rifargli il look e a temperarne il carattere di modenese sanguigno, ci sarebbe stata la Jump Media, società di Marco Agnoletti, anche lui fiorentino ed ex portavoce di Matteo Renzi. 

 

E Agnoletti si è visto anche nella campagna elettorale che ha portato al Parlamento europeo Elisabetta Gualmini, vice di Bonaccini in Regione. Da qui il “legame”, anche per il tipo di azioni strategiche, tra i due leader, in un filo conduttore che parte da Pontassieve e finisce a Modena.

Ora il passaggio a Italia Viva appare improbabile se non impossibile. Bonaccini, dopo la vittoria elettorale ha acquisito un peso specifico nel Pd nazionale. In più la sua affermazione ha cambiato i rapporti di forza nella stessa maggioranza di Governo, vista l’evaporazione elettorale dei 5 Stelle.

 

Un Bonaccini che, sempre con maggiore insistenza, da qui in poi giocherà contemporaneamente su due registri: quello della politica nazionale e quella dell’amministrazione corrente.

In queste ore ai toni bassi, tenuti durante le regionali su questioni scottanti come lo Ius soli, Bonaccini ha sostituito un piglio differente. Ve lo ricordate quando in campagna elettorale rispose a Zingaretti che parlava di Ius soli? Bonaccini tuonò: "Le due priorità in questo momento sono: un grande piano di prevenzione contro il dissesto idrogeologico e cambiare la plastic tax". Giusto!

In conferenza stampa post vittoria ha invece detto: ''Sullo Ius soli, penso sia un provvedimento che sarebbe giusto per un Paese civile''. Ah, ecco!

 

Ma marcare il territorio col primo registro non basta. C’è sempre il secondo, quello dell’amministratore. “‘A nuttata è passata”, direbbe Edoardo Di Filippo. 

E così se in Regione Emilia Romagna, prima delle elezioni erano in corso selezioni per 628 assunzioni posizioni con categoria D, cioè funzionari con stipendi ragguardevoli, arrivano le nuove.

Il 29 gennaio la Regione ha pubblicato sul suo “ Bollettino ufficiale” una nuova infornata di concorsi. Quattro pagine fitte di selezioni, sopratutto nel settore sanitario, dove già erano stati predisposti alcuni meccanismi di preparazione.

 

Il primo in elenco è l’avviso pubblico, per titoli e colloquio, per il conferimento di un incarico a tempo determinato, per la durata di 48 mesi al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, poi quello di dirigente dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e dell’Azienda USL di Ferrara e quello di Dirigente Medico disciplina Medicina Nucleare all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Ma l’elenco è lungo, da Piacenza alla Romagna. Così come viene pubblicata la “graduatoria finale di merito di Selezione pubblica, per esami, per l’assunzione a tempo indeterminato a copertura di n. 4 posti ad Arpae, ente della Regione che sovrintende il controllo ambientale. Speriamo non siano concorsi in cui si sa prima di indirli chi li vincerà, come abbiamo mostrato qualche mese fa. Leggi qui e qui.

La “buona amministrazione” deve continuare. E quanto è buona!