Politica
Prodi a favore delle trivelle. "Il referendum? Un suicidio nazionale"
Romano Prodi scende in campo per il no al referendum sulle trivelle del 17 aprile (e quindi per mantenere le cose come stanno ora). L'ex presidente del Consiglio, impegnato per lavoro a Mosca, risponde alle domande di Affaritaliani.it sulla consultazione che sta dividendo il Partito Democratico e sta scatenando molte polemiche dentro e fuori il Parlamento. "Non ci ho ancora pensato, attualmente sono in giro per il mondo", risponde Prodi alla domanda se andrà alle urne il prossimo 17 aprile. Ma poi l'ex premier afferma: "E' un tema importantissimo. Ci ho riflettuto bene e devo dire che mi sono sempre schierato sull'assoluta necessità di avere, ovviamente nella massima sicurezza, una produzione nazionale, come hanno tutti i Paesi. E' assolutamente necessario anche attrarre gli investimenti esteri, come accade in tutte le nazioni del mondo, certamente, come detto, garantendo la massima sicurezza. E comunque - spiega il Professore - se non lo facciamo noi nello stesso mare lo fanno altri. Poi, sul caso specifico della consultazione referendaria, rifletterò bene quando torno in Italia". Quanto alle polemiche nel Pd, Prodi afferma: "Non ho visto niente di tutto questo e non posso commentare". Ma su un punto il padre dell'Ulivo non ha alcun dubbio: "Se dovessi votare voterei certamente per mantenere gli investimenti fatti, su questo non ho alcun dubbio anche perché è un suicidio nazionale quello che stiamo facendo. Quindi - conclude Prodi - se voto al referendum voto no".