Politica

Viola Carofalo: Potere al Popolo e la nuova pasionaria rossa

Giuseppe Vatinno

Viola Carofalo, Potere al Popolo, "solo i ricchi piangano"

Questa campagna elettorale, aggressiva e convulsa, insieme ai soliti volti noti ci consegna anche gli outsider di turno che rappresentano piccoli partiti o movimenti di solito di esistenza effimera, lo spazio appunto di una tornata elettorale con un po’ di visibilità regalata loro dai media e dal web.

Una figura che in questo panorama si è imposta in Tv è Viola Carofalo, nata a Napoli nel 1980, che guida come portavoce “Potere al popolo” (PaP), una coalizione politica che è composta da quello che resta del Partito della Rifondazione Comunista (di cui ha avuto la tessera da adolescente) e del Partito Comunista Italiano, quindi due partiti che in passato hanno avuto un ruolo importante anche governativo ai tempi di Romano Prodi.

La Carofalo si è laureata in Filosofia ed ha due dottorati: in Filosofia Moderna e Contemporanea e in Filosofia e Politica.

Attualmente è ricercatrice postdoct presso il Dipartimento di scienze umane e sociali dell’Università Orientale di Napoli.

Ha lavorato sul tema del mito politico nel pensiero di Ernst Cassirer e Roland Barthes, sulla poetica di Bertolt Brecht, sui temi del riconoscimento e dell’interculturalità.

Dunque, un cv di elevato livello culturale.

PaP è nato in un centro sociale di Napoli, “Je so’ pazzo”, e incarna un’area sempre esistita a sinistra dei partiti ufficiali, l’esempio storico è quello di Democrazia Proletaria, ma la novità è che l’ennesimo partitino a “sinistra della sinistra” questa volta, come accennato, ha un’eredità storica ragguardevole, inglobando partiti che videro addirittura la guida dell’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti.

La Carofalo, come si dice, buca il video e si sta imponendo con una certa frequenza mediatica.

Il suo programma è abbastanza scontato: “Ci è chiaro chi sono i nostri nemici: sono gli speculatori, i grandi evasori fiscali, i devastatori dell’ambiente, le cricche e chi ci sfrutta con lavori precari o gratuiti”.

A Luca Telese e Oscar Giannino, conduttori di “24 Mattino” ha detto senza giri di parole: “Solo i ricchi devono piangere. Inizino a piangere un po’ loro visto che fino adesso abbiamo pianto noi”.

Ha avuto frequentazioni con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, da cui si aspettava un appoggio alle politiche che però non è venuto e, naturalmente, con i No Tav, No Tap e No Muos il che segna l’interesse per la nuova sinistra per la dimensione puramente protestataria in senso anti-sistema.

Ha le idee chiare anche sulla sinistra definendo il Pd, appunto, non di sinistra e Liberi e Uguali contigui al Partito Democratico.

Ritiene i Cinque Stelle un movimento di destra, soprattutto sulle tematiche del lavoro e della immigrazione e vuole cancellare il Jobs Act e la legge Fornero e, inoltre, è favorevole alla cancellazione del 41 bis (il decreto Martelli-Scotti) cioè il carcere duro per i mafiosi.

Sulla Unione Europea fa un ragionamento coerente con la sua visione: “Siamo contrari alla Ue non su basi nazionaliste ma per via della sua politica antisociale sull’austerity” e vorrebbe una Unione aperta agli stati dell’Africa del Nord che affacciano sul Mediterraneo. I suoi riferimenti culturali, ha detto in una recente intervista a Micromega, sono Nelson Mandela, Bertold Brecht e Nori Brambilla, donna e partigiana.

Un militante di Pap è stato aggredito a Perugia e per lei i mandanti morali sono “i fascisti e Forza Nuova”.

Ritiene che il modello socialista dell’America Latina, e particolarmente quello in Venezuela (che ha una situazione economica disastrosa, con una inflazione che galoppa a due cifre), sia un esempio da imitare.

Insomma, almeno sul programma non abbiamo sorprese. Attualmente il movimento è dato dai sondaggi intorno all’ 1 e il 2 %, ma la nuova pasionaria rossa non dispera ed è certa di raggiungere il fatidico 3% che aprirebbe le porte del Parlamento ma, in ogni caso dice, il progetto continuerà comunque.