Virginia Raggi e l'Acea tengono ancora i romani sotto scacco
L'Acea non demorde dall'idea del razionamento se necessario.
L’incredibile vicenda della siccità a Roma continua a tenere banco nonostante che le ultime piogge (copiosa quella di domenica notte) abbiano dato un attimo di tregua.
L’Acea (l’ente pubblico che gestisce l’acqua a Roma) aveva minacciato di togliere l’acqua ai romani già a fine luglio scorso, ma poi il buonsenso aveva prevalso; poi, con intermezzi Tar, era ritornata alla carica per il 1 settembre, ma le piogge sembrano averle rotto le uova nel paniere.
A questo punto, di ieri la nuova dichiarazione Acea: “Il piano non è archiviato ma solo sospeso. Decideremo giorno per giorno”; un modo come un altro per tenere ancora i romani sotto pressione.
Infatti, la vera partita che si sta giocando sulla sete dei romani è quella politica con la contrapposizione tra Acea controllata dal Comune di Roma con il 51% e la Regione Lazio, a guida Zingaretti Pd che ha preso le difese dei comuni lacustri sulla nota vicenda del lago di Bracciano. Nota vicenda, appunto, che l’amministrazione capitolina guidata dalla sindaca Raggi in più di un anno non è stata capace di gestire tanto che si è giunti a questo stato di perenne minaccia di razionamento.