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Il vuoto dentro caleidoscopico
di Giacomo Balzano

Caleidoscopico 'Il vuoto dentro' di Giacomo Balzano - Besa Ed.

di Roberto Rossetti

Ci sono molte cose nel romanzo "Il vuoto dentro"  di Giacomo Balzano, psicoanalista adleriano a Bari, apparso di recente per le edizioni Besa. Un vuoto, quindi, piuttosto plurale e "caleidoscopico".

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C’è un’analista, Gianni Bardi, già protagonista di "Alessia e le sue tenebre" alle prese con i suoi problemi familiari, e incamminato sulla via di una passione amorosa, che andrà a turbare il suo tran tran domestico, mentre la moglie è, o gli appare, distratta e lontana,  alle prese con problemi professionali.

C’è un ragazzino su cui incombe il destino, una di quelle figure che il mondo si concede senza potersele davvero permettere: per Gianni Bardi è una sfida professionale e umana, in fondo vinta, ma forse anche persa, perché le cose hanno sempre il loro rovescio.

Marco parla con gli angeli e si muove con agilità fra i classici della nostra letteratura, come il "Paradiso" di Dante Alighieri, ma col mondo e gli altri ha un rapporto difficile, forse persino inesistente. È lì che Gianni dovrà lavorare, con tenacia e con i dubbi del mestiere.

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E c’è Bari con il suo mare: il mare è per i baresi una presenza costante, magari non vanno a prendere il sole né si bagnano, ma sanno che c’è. Per Gianni è qualcosa di più, un compagno di viaggio e quasi un muto consigliere quando va a sedersi su una panchina e si ferma  a guardarlo.

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C’è la boxe della quale Bardi (ma qui parla più Giacomo Balzano che, oltre che psicoterapeuta, è stato  in passato anche campione italiano di karate) conosce il valore educativo, insito in certi sport che comportano la violenza contro l’avversario, ma  sono al tempo stesso formativi nel senso più alto del termine, se presi e insegnati con il giusto spirito.

C’è persino la passatella, ovvero padrone e sott’, un passatempo molto maschile, non so quanto più in voga, causa di consumi industriali di birra, soprattutto di una nota birra, quella che a Bari va per la maggiore.

E c’è, infine, la consapevolezza del destino, della sua "forza" inarrestabile, sebbene noi, uomini secolarizzati, pensiamo ormai di poter controllare ed eludere. Invece, lui, il destino, refrattario a ogni controllo, fa capolino in ogni momento a sparigliare progetti e desideri.

Insomma, un libro con molte cose, che tocca le nostre corde più profonde