PugliaItalia

"Nella terra del terrore"
Il martirio dell'Armenia

Il 24 aprile si ricorda Medz Yeghern (il Grande Male), nome con cui gli armeni chiamano lo sterminio subito, per mano dei turchi, all’inizio del secolo scorso, che coinvolse centinaia di migliaia di persone e che è stato riconosciuto dagli storici come il primo grande genocidio del Novecento. Quest'anno sarà celebrato il 101^ anniversario.

armeni 221x3001
 

Nel 1934 veniva stampato in Italia “Il martirio di un popolo”, il racconto-inchiesta sul Genocidio degli Armeni scritto dal giornalista francese Henry Barby e pubblicato per la prima volta in Francia nel 1917. Il testo, riedito oggi da LB Edizioni con il Patrocinio della Repubblica di Armenia in Italia e curato da Carlo Coppola, verrà presentato sabato 16 aprile alle ore 18.00 presso “Casa Niccolò Piccinni” di Bari (piazza Mercantile). All’incontro, moderato da Luigi Bramato (LB Edizioni), interverranno in qualità di relatori: Kegham J. Boloyan (Università del Salento), Rupen Timurian, Carlo Coppola e Cosma Cafueri (Centro Studi H. Nazariantz).

“Ne 1915 - dichiara Carlo Coppola - l'Impero Ottomano cercò di eliminare dalla faccia della terra il popolo armeno, un popolo fiero e primo ad adottare il Cristianesimo come religione nazionale. Il Genocidio perpetrato dai Turchi, con il supporto della Germania del Kaiser, fu descritto da Henry Barby che fu uno dei primi giornalisti europei a visitare le regioni martoriate. Oggi un nuovo Genocidio è preparato dalla Turchia di Erdogan, il quale ha annunciato di voler completare il lavoro iniziato nel 1915. Le modalità, le trappole, i tranelli sono sempre gli stessi. Questo libro, riedito dalla LB Edizioni, svela quei fatti con la medesima forza della verità con cui accaddero”.

ararat
 

CANTO ARMENO

Echi di voci innocenti,

si levano

dalle gole “arrossate”

della Sacra Montagna

innevata.

 

Diaspora malinconica

di notturni raggi di luna,

trama feconda e melodica

di solchi lontani e sconosciuti.

 

Grani crémisi

trafitti dal sole,

riverberi aspri d’una speranza,

nell’abbraccio silente

d'un eterno e nostalgico

Amore.

.(gelormini@affaritaliani.it)