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Il sorriso 'ricciolo' di Vincenzo Mero e il sogno del pastore scientifico
La storia toccante di Vincenzo Mero, alunno brillante che voleva studiare per fare il pastore. Il sogno d'una prospettiva scientifica alla tradizione famigliare
La storia di Vincenzo Mero a Taranto e quella di un sogno - tutto pugliese - di dare una prospettiva "scientifica" alla passione per un'antica tradizione familiare. Perchè Vincenzo, d'intuito, era consapevole che "Il futuro è nelle radici". Il ricordo toccante della sua professoressa, che ci anticipa l'intolazione dell'Aula di Scienze dell'ITC al brillante alunno che voleva studiare per fare il pastore (ag)
Spesso mi piace chiedere ai ragazzi delle prime classi, quali sono i loro sogni e i loro progetti di vita. Circa sei anni fa, un ragazzo dallo sguardo vivace e attento, con tanti riccioli neri sulla fronte e la pelle ancora baciata dal sole, mi rispose con una certezza disarmante: " io voglio fare il pastore, ma voglio anche studiare affinché possa migliorarlo rendendolo più conosciuto e amato! "
Una risposta che non dimenticherò mai e che mi fece capire che ero davanti ad un ragazzo davvero speciale, .... Vincenzo Mero!
Incominciammo cosi a condividere progetti meravigliosi, dove lui era sempre attento e presente, diventando sempre più autonomo, finché incominciò, per suo interesse, insieme al suo grande amico Alessandro, ad approfondire lo studio delle piante della macchia mediterranea e di tutte le costruzioni in pietra che trovava nei percorsi del suo gregge, cisterne, frantoi, masserie. Dopo qualche mese mi portò il suo primo capolavoro, un power point dove la pastorizia, insieme al territorio, diventavano il cardine di una nuova economia che attraverso percorsi segnati dal gregge, permetteva un turismo capace di coinvolgere tanta gente. Quando vidi quell'elaborato rimasi a bocca aperta, un ragazzo di 14 anni aveva in maniera essenziale e vera costruito una grande idea, che si trasformò nella famosa "Giornata da Pastore".
E incominciammo a provare.
Si partiva dalla abitazione della famiglia, posta nella zona alta di Rocca, con il vicino ovile che accoglieva capre ioniche dalle lunghe orecchie e il muso montonino, e da li, seguendo i ritmi lenti del gregge, andavamo nella vicina pineta di Faggiano e poi nella zona calcarea ricca di profumatissimo mirto e coloratissima ginestra. Tappa finale la masseria dello zio, dove felice Vincenzo, mostrava tutti gli animali in libertà e insieme allo zio, i segreti caseari. Momenti bucolici, quasi irreali nella loro Gioia, dove si respirava un'aria di felicità perché il grande attore, Vincenzo realizzava il suo sogno, accanto al suo orgogliosissimo papà Michele!
E poi, nella primavera dello scorso anno la notizia assurda, quella a cui si fa fatica a credere, inizia la malattia di Vincenzo. Una malattia che lo porta in Ospedale, ma che non gli leva il sorriso e accanto ai suoi familiari e alla sua amata fidanzata affronta con una forza ed una serenità incredibili il suo difficile percorso. Ogni volta lui confortava tutti con un "Ce la farò! "
A settembre, sempre in Ospedale affronta gli esami di maturità, in una sezione programmata per lui, perché Vincenzo non voleva che la malattia gli potesse impedire di avere il suo desiderato diploma, non voleva che la malattia potesse levare tempo ai suoi sogni!
E ci credeva Vincenzo, come ci credevamo tutti, e invece, il destino aveva scelto diversamente!
A distanza di un mese dalla sua terribile perdita, ho raccontato questa storia, la storia di Vincenzo, perché merita di essere conosciuta, perché Vincenzo rimane un faro di luce per come ha vissuto i suoi pochi anni, in modo sereno, determinato, ricco di valori, riuscendo a regalare a tutti tanta positività.
Potrei raccontare ancora tanto di chi era Vincenzo, di tanti episodi frutto della sua generosità, del suo garbo, della sua saggezza, ma forse avete intuito che un Angelo ha sfiorato la terra!
Ciao Vincenzo, ti ricorderò sempre con il tuo sorriso!