PugliaItalia
La Puglia 'trivellata' dal Governo
Ancora licenze per ricerca idrocarburi
A questo punto il sospetto che la Puglia sie nel mirino del Governo, che continua a "trivellarla" a colpi di licenze e concessioni per ricerche di idrocarburi, approdi di gasdotti, diffusione selvaggia di parchi fotovoltaici ed eolici - con relativa devastazione di paesaggio ed assetto del territorio - ha tutti i crismi per rivelarsi quasi una certezza.
Mentre a Bruxelles il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, interviene all'incontro su "La macroregione Adriatica-Ionica per la crescita e losvluppo", nella sede della Regione Emilia Romagna, a Roma il Governo Renzi vara la concessione di altre due autorizzazioni - alla Shell Petroli - per la ricerca di idrocarburi nel Mar Ionio.
“I due via libera alla Shell sono uno schiaffo in faccia alle comunità che hanno chiesto di essere ascoltate. Così il governo si lascia sfuggire un’occasione utile per una pausa di riflessione e per riaprire il dialogo con i territori”. E’ il commento del senatore Dario Stefàno (Sel) alla notizia delle autorizzazioni concesse dal Ministero dell'Ambiente alla multinazionale del settore energetico-petrolifero, per procedere a due trivellazioni per la ricerca di idrocarburi al largo delle coste della Puglia e della Basilicata.
“La richiesta di 6 referendum abrogativi a iniziativa di metà dei Consigli Regionali d'Italia - aggiunge Stefàno - non sembra riuscire a fermare l’idea di imporre politiche industriali ed energetiche concepite centralmente e imposte a dispetto dei pareri dei territori". “Non riesco a capire - conclude - il silenzio del Governo dopo l’iniziativa no-triv da parte delle assemblee regionali e la conseguente improvvisa accelerazione. Non capisco e non lo capiscono nemmeno i cittadini”.
Stesso tenore nella ichiarazione del presidente del Gruppo consiliare Oltre con Fitto, Ignazio Zullo: “Ma sulle Trivelle stiamo prendendo in giro i pugliesi? È questa la domanda che mi sono posto e che pongo al presidente Emiliano dopo la lettura dei giornali, dai quali apprendiamo che il 13 ottobre scorso il Ministero per l'Ambiente ha autorizzato un'importante multinazionale del settore energetico-petrolifero di procedere nel Mar Ionio a due trivellazioni per la ricerca di idrocarburi".
"Questo vuol dire - prosegue Zullo - che il premier Renzi nonostante dieci regioni italiane, la maggior parte del Pd, abbiano gridato il loro ‘no Triv’ e chiesto l'indizione del referendum, non intende assolutamente retrocedere dalle scelte che il suo governo, in questo tema, sta operando a danno e contro i territori".
"A questo punto io mi aspetto che Michele Emiliano alzi la voce contro il suo Governo e il suo segretario nazionale di partito", aggiunge caustico. "Mi aspetto che le belle parole da lui dette in Consiglio regionale, quando all’unanimità abbiamo voluto i sei Referendum, ora si trasformino in gesti eloquenti contro queste due autorizzazioni. È il momento che Emiliano dimostri quanta credibilità ha lui con il suo PD e il suo premier quando si tratta di difendere gli interessi dei pugliesi”.
Onofrio Introna, presidente dell’Associazione Socialistideuropa, e in prima linea sulla vicenda già nella sua funzione istituzionale, di presidente del precedenta Consiglio regionale pugliese, usa toni duri e sarcastici dopo il sì ottenuto dalla multinazionale petrolifera per prospezioni al largo delle coste ioniche di Puglia e Basilicata.
“Dopo la VIA del Ministero dell’ambiente alla Shell per ricerche di petrolio nel Golfo di Taranto, la questione No Triv tra Governo nazionale e Regioni sta diventando una forma di spettacolo, nel segno dell’incomunicabilità”.
“Dieci Consigli regionali propongono un referendum abrogativo delle leggi che accelerano l’opzione trivelle e Roma continua invece, come se niente fosse, la corsa verso l’estrazione di gas e petrolio, senza nemmeno accennare una risposta al sistema delle autonomie regionali, che questa estate si è espresso unitariamente, ancora una volta, contro ogni iniziativa legata alla politica degli idrocarburi".
"È fin troppo evidente - rincara Introna - questa ostentata sottovalutazione, da parte del presidente del Consiglio e del suo governo, di un fatto inedito nella storia del regionalismo. Eppure, non dovrebbe sfuggire il significato politico: per la prima volta le Regioni fanno fronte comune, con una netta opposizione alle trivellazioni. E tendono la mano al Governo nazionale, per una seria valutazione e un dialogo, finalmente, sulle scelte energetiche del Paese".
"Nemmeno questo appello, che arriva da governi del territorio, fa ritenere di sospendere i procedimenti approvativi, quanto meno congelarli, in attesa degli sviluppi dell’iter referendario. Invece si continua ad andare a caccia delle risorse petrolifere inquinanti, scadenti e insufficienti sul fondo dei mari, trascurando l’impatto sulle ben più redditizie fonti economiche già esistenti, quelle turistiche, marinare, balneari e legate al mondo della pesca".
"Ma non è una novità, dopotutto - ricorda Introna - visto che l’indifferenza di Palazzo Chigi segue il silenzio di sempre sulle proposte di legge di moratoria delle ricerche petrolifere in mare e sulle proteste contro i decreti governativi pro trivelle".
"In questo però, il Governo romano mostra se non altro coerenza - conclude con amarezza - continua infatti, come ha sempre fatto, ad ignorare le richieste di tavoli, di confronti, di incontri da parte delle regioni e delle comunità locali, a cominciare dalla Puglia, mai ascoltata e mai considerata. Ma non possiamo scoraggiarci e dobbiamo sostenere tutte le azioni della Puglia e di Michele Emiliano, che certamente impugnerà i provvedimenti di VIA come la Regione ha sempre fatto".
“E’ uno scandalo, un affronto alle comunità che hanno espresso una scelta precisa, culminata anche nel deposito dei quesiti referendari approvati all’unanimità dal Consiglio Regionale pugliese", dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, "Renzi calpesta la volontà popolare, politica ed istituzionale, continuando a concedere autorizzazioni per le trivelle sulle coste pugliesi".
"Questo è un comportamento irriguardoso assunto da chi, purtroppo, non ascolta la voce dei cittadini”. “E’ una sonora presa in giro - aggiunge - perché mentre la Puglia approvava i quesiti referendari, il governo Renzi rilasciava pareri favorevoli per la ricerca petrolifera nei nostri mari. Emiliano, però, batta un colpo: non si può fingere di sostenere la causa in tempi di pace, per silenziarsi negli altri e lasciando che il territorio subisca tali umiliazioni".
"E’ una battaglia, quella contro le ricerche petrolifere - conclude Damascelli - che abbiamo abbracciato senza ipocrisia e senza infingimenti, scontrandoci, purtroppo, contro un muro invalicabile del sordo e miope governo nazionale”.
(gelormini@affaritaliani.it)