Nora Arissian per Radici Future
'Il geniciodio armeno 1915'
L'idea sul genicidio armeno degli intellettuali arabo-siriani nel testo pubblicato dalla Casa Editrice Pugliese 'Radici Future'
Interessantissimo il testo di Nora Arissian (Armena Siriana di Damasco, ricercatrice e traduttrice. Docente di storia moderna) dal titolo: “IL GENOCIDIO ARMENO 1915” un lavoro curato, per la versione italiana, da Kegham Jamil Boloyan (Armeno Siriano di Aleppo. Docente di lingua e tradizione araba presso l’Università del Salento). Un libro tradotto in collaborazione di eccellenze che sono manifestazione di preziose energie, le quali hanno saputo interagire con gran passione con il loro professore, per la realizzazione di un volume originale; uno studio, unico nel suo genere, espressione compiuta di una visione a tutto tondo della “Questione Armena”.
Il testo arriva in libreria a 103 anni da quel 24 Aprile del 1915, data del massacro degli armeni, ricordato come il “Grande Crimine” o “Grande Male”. Questo lavoro, frutto di un’indagine condotta con rigore scientifico, è stato editato da Radici Future (pagg. 264. € 14,00), e sarà presentato a Bari il 20 aprile alle ore 18,00 presso la Sala Massari del Palazzo di Città, Corso Vittorio Emanuele II n° 84.
Interverranno: Silvio Maselli (Assessore alla Cultura di Bari), Antonio Vito Loprieno (Edizioni Radici Future); Anna Santoliquido (Poetessa); Rupen Timurian (Rappresentante Emerito comunità armena, Bari); Cosma Cafueri (Centro studi Hrand Nazariantz-Bari). La resa dell’opera è lucida e illuminante. Il lavoro dell’Arissian, mostra una visione ampia, chiara e soprattutto equilibrata dell’azione politica, religiosa, sociale e culturale di uomini di pensiero, alcuni dei quali testimoni oculari, delle atrocità perpetrate ai danni del popolo armeno. Parliamo di uomini che, alla questione armena hanno coraggiosamente dato testimonianza.
E’ un lavoro dal quale trasuda passione del raccontare in onore alla storia che in troppi preferiscono seppellire. Questo testo, utile alla comprensione della storia, bene esprime l’idea di uomini vigorosi che sono “… contro ogni tentativo da parte di un popolo di decretare la sorte di un’altra etnia, qualunque essa sia e, rifiutano ogni atto di violenza e lo sterminio dei popoli, abitanti e ricchezza del pianeta, in quanto ogni carneficina è espressione di un insensato egoismo umano…” (tanto per parafrasare Colette Khouri). Sono pagine che gridano giustizia.
E’ una mappa di pensieri, di concetti, di perplessità di artigiani del pensiero e di idealisti increduli davanti a tanto orrore. E’ la narrazione fedele dello sterminio! E per quanto lo scritto appare distaccato e il criterio di scelta di ogni testimonianza è l’obiettività, non si riescono a mimetizzare le cicatrici della sofferenza; il ricordo di ogni strage da parte di esseri spietati è un segno della mediocrità dei miseri.
Seppur rielaborato lo strazio riesce sempre a far sentire tutto il dolore e, il bisogno di pace impellente si fa sentire, si innalza a tinte forti, in tonalità rosso sangue dai fiumi d’inchiostro, spesi per non dimenticare le ragioni profonde che hanno segnato gli alvei infernali di cittadini del mondo profondamente toccati, ma sempre capaci di specchiarsi nell’altro per ritrovare nel suo iride la debolezza e la forza della fraternità con quell’onestà intellettuale che viene solo dalla consapevolezza.
Abbiamo bisogno di costruire ponti, di accendere fiaccole di cultura onesta che sappia intravvedere i sentieri della bellezza per ritrovarci protagonisti di mosaici di risorse vivide, espressione di un giardino di talenti che sappiano, con saggezza, riflettere sulla ricchezza di ogni singolarità, sentinella contemplatrice del firmamento ed essere con tutti Trovieri dell’universo eco di Splendide Armonie.
Questo contributo di intelligenze, il cui mestiere è il pensare, testimoniare la storia, rendere le idee accessibili… è come pane da spezzare, quasi un unguento prezioso per la mente raffinata, un’essenza di grappoli di lacrime, distillato di meditazioni sugli eventi dolorosi generati dalla volontà di dominio miope, un centrifugato di opinioni di arabi siriani che si innalzano come colonne di grani d’incenso della memoria, dalle macerie dello spirito, nelle dune dell’anima arsa. Semplicemente un dono per la collettività che scruta oltre l’orrore e sogna l’aurora dell’Amore.