Asia Argento va in altalena: Tattoo forever l'arte arriva al MACRO
La mostra è un viaggio globale attraverso la storia e la cultura del tatuaggio
Il tatuaggio assurge ufficialmente a forma d'arte contemporanea e viene celebrato a Roma in pompa magna. Al MACRO di Testaccio fino al 24 luglio, negli spazi de La Pelanda 2 e della Factory, va in scena infatti “Tattoo Forever”, la più grande mostra internazionale mai realizzata su quella che viene ormai accolta non più come una moda o un vezzo estetico più o meno estremo, bensì come una moderna e originale espressione artistica.
Nata da un’idea di Maria Costici, organizzata da Federica Nicosia e dalla storica dell’arte Francesca Villanti per C.O.R. (Creare Organizzare Realizzare promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici, Politiche della Famiglia, dell’Infanzia e Giovanili, Promozione dello Sport e Qualità della vita), la manifestazione rende un opulento e grandioso omaggio al “tattoo”, una delle forme grafiche più antiche dell’umanità, già oggetto d'importanti rassegne a Parigi e Londra.
Con testimonial Asia Argento e per la direzione artistica di Marco Manzo, uno dei tatuatori italiani più famosi a livello internazionale (che per l'occasione ha realizzato un busto dorato in bronzo per la trasgressiva attrice amante dei tattoo), la mostra è un viaggio globale attraverso la storia e la cultura del tatuaggio ed è divisa in sezioni: introdotta da quella storica con testimonianze e reperti museali, prosegue infatti con la fotografica, pittorica e grafica con l’esposizione di opere firmate dai più grandi artisti del Tattoo. Presenti anche una rassegna dedicata ai teschi, una delle simbologie più di tendenza tra i giovani, e quindici fotografie di Michael Laukien con cui ci si interroga sulla filosofia del tatuaggio e sul suo significato.
Non mancano i nomi internazionali come Stefano Alcantara, Joe Capobianco, Yomico Moreno, Nick Baxter, Colin Dale, Paul Booth che presentano il meglio della loro produzione artistica. Tra gli artisti italiani vanno invece ricordati Antonio Proietti, Roberto Borsi, Alex De Pase, Billi Murran, Andrea Lanzi, oltre a uno spazio dedicato appositamente agli artisti emergenti.
Da ammirare, inoltre, nel padiglione denominato “Tattoo for peace”, le opere di Dario Fo - un ritratto femminile dal titolo Libertà così dolce e preziosa - e di Romina Power con l’olio su tela Rosario in cielo, assieme a quelle di altri artisti quali il maestro argentino Federico Brook, il giovane e talentuoso pittore Daniele Bongiovanni e l'originale scultore Paolo Di Nozzi, tutti presenti con opere a tema. Esposte anche cento vignette di autori di tutto il mondo dedicate all’arte del tatuaggio.
Doveroso segnalare la sezione Tattoo Couture che vede le creazioni di sei stilisti dell’Alta Moda Italiana e due Accademie rendere omaggio all’arte del tatuaggio. Alessandro Consiglio, Tiziano Guardini, Guillermo Mariotto per Gattinoni, Anton Giulio Grande, Italo Marseglia, Gianni Molaro; Valentina Passaro per l’Accademia Maria Maiani e Anna Paola Rescigno per la Camera Europea dell’Alta Sartoria, racconteranno attraverso la loro creatività e i virtuosismi delle loro tecniche, dal ricamo alla pittura, il legame che unisce due mondi, quello della Moda e quello del Tatuaggio. Per quanto riguarda gli abiti dei sei stilisti dedicati al mondo del tattoo, allestiti su scultorei manichini storici realizzati nei primi anni Ottanta, vedranno evocare le tauromachie e i tatuaggi maori per Gattinoni; l'onirica presenza di una misteriosa “donna ragno” per Consiglio; la presenza di pizzi, gorgiere e voile per Grande; libellule, cavallette e api con un occhio all'ecologia per Guardini; richiami alla matematica, alla logica e al rigore per Marseglia; volti sofferenti di Cristo abbinati al segno del dollaro per il napoletano Molaro, già celebrato da Vittorio Sgarbi.
Un ricco menu che potrebbe risultare invitante anche per chi non ama i tatuaggi e si sente ormai in minoranza circondato da una folla di corpi disegnati, marchiati, colorati per sempre e che sembrano non curarsi dei “bianchi” e dei “neri “che nella vita cambiano continuamente.