Atac è fallita. Spunta un maxi mutuo col Comune: 1,7 mln al mese sino al 2038
Tegola Antitrust: multa da 3,6 mln per le corse saltate sulle ferrovie “concesse”
di Fabio Carosi
Agonia Atac, il malato terminale esala l'ultimo respiro. Ormai la soluzione finale è solo il fallimento, perché al debito monstre di 1,3 miliardi di euro, si aggiungono da oggi, venerdì 11 agosto, anche 3,6 milioni di euro di multa comminata dall'Antitrust per le corse cancellate sulle Ferrovie Concesse, e ora anche una rata di un maxi prestito che dal primo gennaio del 2019 obbligherà la società a versare al Comune circa 1,7 milioni di euro al mese per i prossimi 20 anni.
Non solo, Pende anche il lodo con la Roma Tpl il cui importo reale è di circa 80 milioni di euro che l'ex municipalizzata più scassata d'Italia dovrà pagare entro la fine di settembre, quando cioè scadranno i 30 giorni dalla pubblicazione del dispositivo che condanna l'azienda a pagare il mancato aggiornamento del corrispettivo alla società privata. E se non usciranno fuori i soldi, scatteranno i pignoramenti dei conti correnti bancari, impedendo ad Atac persino il pagamento degli stipendi. E sarà così la fine.
Se i Radicali in giornata presenteranno al Comune di Roma le firme per mettere a gara il trasporto romano e chiudere con il monopolio della società pubblica, affaritaliani.it pubblica un documento che condanna invece i romani a servirsi di Atac almeno sino al prossimo 1 dicembre 2038.
E' la delibera n. 53 del 12 ottobre 2016 con la quale il Campidoglio ha riorganizzato in un colpo di finanza creativa un altro pezzo del debito di Atac che teoricamente potrebbe anche risultare un debito fuori bilancio, una specie di voragine occulta dove solo la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti potrebbero fare chiarezza. In sintesi è accaduto questo: per diversi anni, soprattutto durante il periodo Polverini alla Regione Lazio, Atac è riuscita a farsi anticipare dal Comune quota parte del Fondo regionale dei trasporti pur di rimanere in vita. Un rivolo di linfa che però ha prodotto un debito nei confronti del Comune che un anno fa il Campidoglio ha deciso di recuperare. La delibera parla chiaro: Atac si è presa 429 mila 551 euro più spicci e ora li deve restituire in 20 anni, in 240 rate mensili di 1 milione e 789 mila euro. Certo, il Comune ha lasciato la possibilità di compensare con eventuali crediti, ma su un punto è stato chiaro: “La passività in capo ad Atac inerente al presente piano – si legge – nel contratto – rilevata alla data di scadenza all'affidamento in house della medesima società allo stato in vigore (3 dicembre 2019) costituirà perte delle attività e passività trasferite al soggetto subentrante, qualora di verso da Atac”.
La traduzione è semplice: dal primo gennaio 2019 Atac dovrà dare 1,7 milioni ogni mese al Comune ma il 3 dicembre dello stesso anno il Comune dovrà decidere (salvo esisti del referendum) se mantenere il servizio in house contro le regole Ue, oppure mandarlo a gara totalmente io parzialmente. In ogni caso chi dovesse vincere l'eventuale appalto, dovrà accettare di prendersi il debito di Atac e di continuare a pagarlo sino al giorno 1 dicembre del 2038. L'ipotesi che un privato possa partecipare alla gara per Roma prendendosi il debito di un altro diventa così remota da condannare i romani a tenersi Atac e a pagare i debiti contratti dalla Giunta Alemanno in poi.
Navette Metro A: il Comune chiede aiuto a Roma Tpl
Ancora un'informazione che a dice lunga sullo stato di salute dell'azienda. Dovendo organizzare il trasporto sostitutivo della Metro A chiusa per cantieri, il Comune ha dapprima interpellato la Roma Tpl chiedendo un preventivo, poi quando si è accorto di non poter pagare, la stanza dei bottoni dell'assessore Linda Meleo ha partorito un colpo di genio: le navette MA4 le gestisce Atac che però ha scaricato su Roma Tpl le linee 058, 075, 246, 246P, 507, 508 e 786 al costo del normale servizio in un periodo in cui il privato avrebbe dovuto ridurre la frequenza delle corse e mandare in ferie il personale. Diversamente la navetta stampella della Metro A non si sarebbe potuta fare. Ovviamente nell'epoca della trasparenza del Cinque Stelle nessuno si è premurato d raccontare i dettagli dell'operazione suicida d'agosto.
SCARICA E LEGGi LA DELIBERA DEL COMUNE DI ROMA
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