Atac pecora nera dei trasporti d'Italia. Da sola produce il 74% dei debiti
Se non fosse per l'Atac i bilanci delle imprese del trasporto pubblico andrebbero a gonfie vele: il calo del prezzo del petrolio, il taglio dell'Irap e l'impegno delle stesse imprese che si sono accollate il costo del rinnovo del contratto, hanno fatto registrare un generale miglioramento. I bilanci 2014 chiudono l'esercizio in utile rispetto al 66% dell'anno precedente, per il 2015 è previsto un ulteriore miglioramento. Ma, e qui viene il bello, del totale delle perdite registrate nel 2014, il 74% proviene dalle aziende del Centro Italia, in pratica quasi esclusivamente dall'Atac di Roma.
Calcoli alla mano, è il neo presidente dell'Asstra, Massimo Roncucci ha mettere in ordine i numeri. La municipalizzata della Capitale ha infatti chiuso il bilancio al 31 dicembre 2014 con una perdita pari a euro 141.375.261, rispetto a euro 219.055.192 del precedente esercizio. E la "Situazione Infrannuale” approvata dal Consiglio di Amministrazione della Societa in data 28 luglio 2015 ha evidenziato una perdita del primo semestre 2015 pari a euro 58.704.210 e un patrimonio netto negativo alla stessa data pari a euro 480.701".
"Al punto in cui e' arrivata questa azienda servono scelte radicali. Atac non e' una nostra associata e non voglio entrare nel merito ma dal Governo al Comune e la Regione - aggiunge - dovranno fare delle scelte molto chiare perche' la Capitale del nostro Paese deve avere un sistema di mobilita' adeguato al suo ruolo e percio' vanno fatte delle scelte importanti”, ha commentato Roncucci.