Roma
Cercasi assessori disperatamente. Fuga dalla Giunta 'a scadenza'
di Fabio Carosi
La tecnica di "contenimento" non sempre funziona. E mentre il sindaco "a briglia sciolta" insulta una cittadina, invitandola a "connettere i due neuroni", la Giunta comunale che c'è e quella che sarà diventano un rompicapo.
PARTENZE. Guido Improta, assessore al traffico e alla mobilità che sui disastri Atac tiene il profilo della talpa, ha già messo lo scotch e lo spago agli scatoloni. Stra-annunciate da tempo, le dimissioni sono solo un atto formale che va consegnato al capo di Gabinetto. Secondo i bene informati la settimana limite è la prima di agosto, oltre la quale scatta il vacanzone promesso alla famiglia al ritorno del quale, il già sottosegretario ai Trasporti con Monti e già benedetto da quel Rutelli che piazza uomini in ogni dove e sta ben lontano dal Governo del Paese, dovrebbe salire a Napoli per rilassarsi dalle fatiche romane sulla poltrona di Andrea Camanzi chiamato sembra in Europa. A Camanzi, pronto da tempo per uscire dal palazzo del Lingotto dell'Autorità di regolazione dei trasporti, avrebbe dato una mano anche l'ira dei tassisti italiani in lotta contro la deregulation di Uber, i quali hanno mal digerito l'ipotesi di cambiare le regole del gioco per far entrare "legalmente" nel mercato il taxi fantasma legato a una app.
ARRIVI. Dopo la boutade di Vendola come vicesindaco, nome fatto circolare ad hoc da esponenti di Sel per misurare forse la già scarsa tenuta psicologica del sindaco, arriva il mistero di Marco Causi. E sulla sua candidatura c'è da sorridere. Sentito da Affaritaliani.it nel corso dell'assemblea delle banche del credito cooperativo associate alla Federlus di Lazio, Umbria e Sardegna, il professor Causi ha confessato di non saperne nulla. "Cioè - ha puntualizzato sereno - l'ho letto dai giornali, ho già detto sempre ai giornali che sarei disponibile, ma non ho sentito nessuno dal Campidoglio. In realtà ho scambiato qualche messaggino col sindaco, il quale mi ha risposto di non saperne nulla". Poi, di fronte al cronista che incalza, ha concluso sorridendo: "Vede, io sto lavorando, sono pieno di lavoro. Entro settembre l'Ue ci chiede di riformare il sistema delle banche e io sono qui a fare il mio, certo che se dovessero chiedermi di fare il vice di Marino in Campidoglio, sarei pronto. Ma a condizione di non a dimettermi da deputato".
E se Causi - che è persona seria e competente - non vuole dimettersi, significa che la consiliatura di Marino è un po' come il latte: a scadenza. Causi poi, ha in testa una gestione del Comune un po' diversa dal sindaco che procede nella sua beata solitudine, inaugurando ridicole rotatorie e spacciandole per interventi giubilari (a proposti delle ultime due alla Bufalotta e sull'Ardeatina, entrambe erano progetti vecchi e non più rinviabili per decongestionare il traffico). L'ex assessore al Bilancio di Veltroni vorrebbe tramutare la sala operatoria provata del sindaco, in un soggetto amministrativo in grado di avviare una stagione di collaborazione speciale con la Regione e il Governo. Insomma, volendo proprio resistere, è bene che Marino faccia buon viso a cattivo gioco e si metta a ragionare con chi ha due euro da spendere.
ATAC. Tra le partenze si vocifera anche dei bagagli di Danilo Broggi, il manager alla guida di Atac (per due soldi, visto che guadagna meno di uno dei dirigenti apicali) , ormai col fiato corto dopo la remata con la quale si è soprattutto concentrato sui tagli e sui risparmi. Se Atac non ha portato i libri in Tribunale e dichiarato fallimento lo devo a lui al quale è stato proposto di lasciare l'Atac ma di rimanere a Roma a capo di un'importante spa che fa capo al ministero delle Finanze e dove Broggi dovrebbe arrivare forte di un progetto operativo per cambiare il volto della pubblica amministrazione.
E in Atac? La leadership ormai è del direttore generale Francesco Micheli che dovrebbe continuare nel solco costruito da Broggi del risanamento economico e di contenere lo scadimento del servizio dovuto alla difficoltà degli investimenti. Resta da vedere se accetterà di fare l'Ad con 60 mila euro e spicci.