Roma

Città ideali, crollo Roma: è 40esima. In testa alla classifica c'è solo nord

Città ideali in cui vivere: nella ricerca “Avvenire” sul podio Bolzano, Trento e Pordenone. Milano settima. Roma sempre più giù: è 40esima

Emergenza rifiuti, metro al collasso e amministrazione comunale nel caos. Vivere a Roma non è semplice e la conferma arriva dalla classifica delle città ideali in cui vivere dove in testa ci sono solo città del nord: Bolzano, Trento e Pordenone formano il podio. Milano è settima e Firenze quarta. Per trovare la Capitale bisogna scivolare fino al 40esimo posto.

 

È questo il quadro tracciato dalla ricerca del quotidiano “Avvenire” intitolata “Ben Vivere: l’Avvenire dei territori”. La mappa, realizzata in collaborazione con la Scuola di Economia civile di Firenze e Federcasse, propone una chiave di lettura del tutto inedita dello stato di salute del nostro Paese, facendo leva su un mix di parametri quali demografia e famiglia, salute, impegno civile, ambiente turismo e cultura, servizi alla persona, legalità e sicurezza, lavoro, inclusione economica, capitale umano, accoglienza. Il tutto nella consapevolezza che la ricchezza pro capite e le opportunità di lavoro rivestono un ruolo importante sì, ma non esclusivo.

La geografia così ridefinita delle nostre “città ideali” propone molte conferme e diverse novità, sfatando anche qualche luogo comune. I centri medi “sembrano garantire una qualità complessiva migliore – scrive Francesco Riccardi – come se le grandi metropoli pur ricchissime di opportunità pagassero il prezzo della maggiore densità in termini di peggiore qualità ambientale e minore attenzione alle relazioni”. Così, per una Milano capace di issarsi sino alla settima posizione, troviamo Venezia 20esima, Roma 40esima, Torino 42esima, Palermo 93esima e Napoli addirittura 106esima (davanti solo a Crotone).

È evidente come le città del Mezzogiorno siano in difficoltà: sono tutte nella seconda meta’ della classifica, con Bari al numero 70 e dieci città agli ultimi dieci posti. Città ed intere regioni che, secondo gli autori del report, oltre al gap economico e occupazionale (il reddito medio nella provincia di Enna, 25.700 euro, è meno della metà di quello di Milano, 55.553 euro) scontano anche “peggiori servizi pubblici e un capitale umano più povero”: a Bologna i giovani con laurea sono il 37,5% e i diplomati il 70%, nella provincia di Barletta-Andria i laureati sono meno della meta’, il 14,5%, e i diplomati appena il 40%.

Non mancano i paradossi, in parte solo apparenti, con città come Trento, Bolzano (le due capofila) e la stessa Milano che lamentano punte di dipendenza da alcol, forme di disagio psichico e numero di suicidi: ma per andare ancora più in profondità, e affinare il metodo di valutazione, l’inchiesta propone altre due graduatorie, quella della “Generatività” (stile di vita comune capace di determinare effetti benefici sulla vita di altri esseri umani) e quella della “Responsabilità civile” dei territori: nella prima Bolzano guida davanti a Trento, Mantova, Pordenone, Ravenna, Milano, Macerata, Belluno, Pisa e Siena, nella seconda Trento precede Belluno, Bolzano, Mantova, Ravenna, Udine, Venezia. Parma, Cremona e Aosta.