Roma
Gay Village addio, estate romana senza il tempio Lgbt: mancano i soldi
Dopo 17 anni di successi il Gay Village non aprirà i battenti a causa dei mancati finanziamenti di Comune e Regione Lazio
L'estate romana dice addio al Gay Village, il tempio del divertimento della comunità Lgbt: mancano in finanziamenti di Comune e Regione Lazio. Delusione dell'ideatrice Imma Battaglia e della ex direttrice artistica Vladimir Luxuria.
Con i suoi colori “arcobaleno” e le glitterate drag queen, la musica fino a tarda notte, le spregiudicate campagne pubblicitarie, ma anche eventi culturali, teatro, cinema e dibattiti il Gay Village è stato uno degli eventi più amati e di successo dell'estate romana. Non solo per la comunità Lgbt: un divertimento all'aria aperta per tutti i sessi e per insospettabili generazioni. Quest'anno, però, per la prima volta da quando la kermesse è nata nel lontano 2002 diventando un punto di riferimento della vita notturna estiva, Roma non avrà il suo “villaggio arcobaleno”.
Una buona notizia per gli abitanti del quartiere Testaccio, dove storicamente tutto era nato e dove lo show era tornato lo scorso anno, che si erano lamentati per l'invasione di persone e per la musica troppo alta fino alle prime luci dell'alba. Pessima, invece, per le oltre 500mila persone che durante la bella stagione si scatenavano, ballavano, flirtavano in un'atmosfera libertaria e spensierata.
Per gli organizzatoti la notizia era nell'aria. Imma Battaglia, ideatrice 18 anni fa dell'evento, già al termine dell'estate 2017 aveva annunciato che quello sarebbe stato “l'ultimo anno per il Gay Village”. Poi erano arrivate nuove risorse e la manifestazione aveva continuato a vivere addirittura ingrandendosi. Risorse che probabilmente quest'anno gli organizzatori non sono riusciti a trovare, come ipotizza Vladimir Luxuria, per tre anni direttrice artistica dell'evento. La Battaglia al contrario non si è sbilanciata e ha annunciato a breve un comunicato stampa ufficiale per spiegare la situazione. Ma da quanto risulta ad Affaritaliani.it, a mancare sarebbero i finanziamenti del Comune di Roma e della Regione Lazio.
Roma perde così non solo un'occasione di divertimento, ma anche "un evento dall'alto valore ideologico che ha segnato la storia nell'ambito dei diritti e della visibilità della comunità Lgbt", spiega Imma Battaglia. Una vetrina per questo motivo apprezzata anche dai politici di qualsiasi schieramento, che non hanno mai rifiutato di apparire nel Gay Village. Dagli anni di Gianni Alemanno sindaco e Renata Polverini alla Regione fino alle diverse visite di Nicola Zingaretti.
Tanti gli ospiti famosi che negli anni hanno fatto ballare e divertire il pubblico nel corso degli anni: il deejay di fama internazionale Bob Sinclar per festeggiare il decimo compleanno, George Michael e molti cantanti italiani, da Anna Oxa a Irene Grandi, da Giusy Ferreri a Paola Turci oppure comici come Lino Banfi e Virginia Raffaele.