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Roma
"Il sesso diventa un mezzo per uccidere". Delitto Varani, parla il sessuologo Quattrini

di Alessandra Pesaturo


Si cerca ancora di mettere a posto tutti i tasselli del puzzle dell’omicidio del Collantino, ci sono ancora delle tessere da incastrare. Si cerca di delineare con precisione i contorni di un crimine efferato quanto inspiegabile alla ragione, in realtà il pm cerca un movente razionale, anche se ad oggi, più si scava e si va a fondo, più si delineano i tratti di un delitto crudele e per futili motivi.
Per chiudere l’inchiesta si sta cercando di capire anche se qualcun altro, abbia visto quel cadavere e se nelle ore successive alla morte di Luca Varani, ci sia stato uno “staging” con un intervento di terze persone sulla scena del delitto. Ma anche se è stato chiesto a qualcuno, che poi si è rifiutato, di occultare il corpo, sono infatti molte le ore trascorse tra il compimento del crimine e il ritrovamento del corpo martoriato del ventiduenne. Sembrerebbe che l’appartamento sia stato parzialmente pulito dagli assassini, con prodotti per la casa chiesti da Manuel Foffo alla madre, inquilina nello stesso palazzo. Questa parziale pulizia non ha certamente cancellato tracce e indizi. Su questo sarà la Scientifica, dopo aver analizzato i molti reperti e le impronte raccolte sul coltello e nell’appartamento, a dare un parere tecnico. Nel caso ci fossero esiti positivi sulla presenza di altre presenze, finora non acquisite agli atti, il quadro si potrebbe complicare, e si arricchirebbe di altri interessanti tasselli.
Per provare a capire il ruolo del "sesso compulsivo", Affaritaliani.it ha intervistato il sessuologo Fabrizio Quattrini presidente IISS - Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica.

Nel massacro di Luca Varani, quanto può aver  pesato  il fattore sesso?
"Certamente, la sessualità è stata un elemento importante nella dinamica di quella notte. In base a quanto descritto e raccontato dai due assassini nelle varie testimonianze l’associazione di droga, alcool e sessualità diventano un cocktail esplosivo, che può fare perdere la coscienza, amplificando le emozioni associate al piacere, tanto quanto quelle distorte dell’orrore e della morte".

Foffo, nell’interrogatorio con il pm ripete:” Io non sono un omosessuale”, che cosa si nasconde dietro questa puntualizzazione a tratti compulsiva?
"L’omofobia. La paura di essere giudicati e accusati come sessualmente non normali. E’ curioso quanto in una condizione così grave dove l’accusa è di omicidio preterintenzionale, la paura più grande resta quella di essere riconosciuti socialmente come omosessuali. Coloro i quali non accettano la propria omosessualità, spesso vivono in modo distorto e confusivo il desiderio di attrazione omoerotica. L’omofobia diventa quindi il modo per allontanare il diverso da sé pur essendone attratti sessualmente. Nelle occasioni in cui la persona omofoba vive l’esperienza omosessuale, vive amplificata la sensazione di avere fatto qualcosa di sbagliato, che deve sanare. Ecco che l’odio può diventare violenza, e un gioco fatto di sensazioni erotiche forti e estreme, omicidio".

Parliamo di parafilie, o piccoli fissazioni che a volte accendono il desiderio, che se non controllate si trasformano, e prendono una deriva sado-masochista come nel caso di Foffo e Prato.
"Come ho ampiamente descritto nel mio ultimo libro “Parafilie e Devianza. Psicologia e Psicopatologia del comportamento sessuale Atipico”, il comportamento parafilico è caratterizzato da una forte attrazione erotico-sessuale per tutte quelle pratiche erotiche non convenzionali e spesso associate a comportamenti sessuali di tipo sado-masochista. Chiaramente, le parafilie non hanno una compromissione delle aree importanti e funzionali dell’essere umano (relazionale, familiare, lavorativa, sociale). Il comportamento parafilico viene vissuto dalla persona come esperienza importante e necessaria per vivere la risposta sessuale appagante. Se questo comportamento oltre ad essere l’unico modo per sperimentare la sessualità, compromette lo stato relazionale e sociale, facendo entrare l’individuo in una forte egodistonia, allora è necessario parlare di Disturbo Parafilico. A tal riguardo il Disturbo Parafilico, a prescindere dai focus attrattivi di riferimento, porta l’individuo ad una sofferenza intrapsichica con possibili ripercussioni e compromissioni dello stato di realtà".

Il caso dei due assassini però c'è una trasformazione, si diventa sex offender?
"Si, nel caso dei due assassini del Collatino, anche se alcuni comportamenti erotico-sessuali fanno pensare a pratiche parafiliche, ovvero a disturbi parafilici, sarebbe più auspicabile e corretto paralare di Sex Offender. Da quello che anche in modo confusivo i due assassini stanno raccontando emerge una volontà di uccidere, l’eros è solo il mezzo complesso e disturbato, ma il vero movente è liberare il mostro interiore. Mostro che inevitabilmente racconta qualcosa che non è stato mai risolto e che molto probabilmente da vittima trasforma l’individuo in carnefice".

Sembrerebbe che nel cellulare di Marc Prato siano stati trovati video hard su violenze sessuali su donne e  rapporti con bambini. Questi  video possono dare il peso specifico di una condizione psicologica deviata o sono solo sintomo di voyerismo?
"Qualora si delineasse con più chiarezza l’identikit del Sex Offender, molto probabilmente quei video potrebbero rappresentare l’espressione di una sofferenza diventata con il tempo piacere e attrazione erotica. Quando in età evolutiva il bambino entra in contatto precoce con l’esperienza (di varia natura) erotico-sessuale si attiva il processo di sessualizzazione, che inevitabilmente distorce la funzionale espressione della sessualità in età adulta. E’ chiaro che entrambi gli assassini non solo non avessero una chiara consapevolezza del piacere sessuale, ma soprattutto vivevano l’esperienza di vita combattuti tra la noia, la confusione e l’assurdo".

Marc Prato ha lasciato delle lettere ai genitori dove afferma di voler essere diventare una donna, cosa può accadere a livello psicologico se non ci si sente accettati?
"Questo elemento, emerso dai racconti di Prato sembra essere più una lucida giustificazione, un po’ come la presunta “eterosessualità” di Foffo, che una reale Disforia di Genere. In generale gli individui a prescindere dall’orientamento sessuale o dalla Disforia di Genere possono comunque essere degli assassini, cosa più importante è evitare di associare l’omosessualità, la bisessualità e la transessualità al comportamento deviante. Chiaramente una persona che non è supportata dalla propria famiglia nel percorso di adeguamento tra l’identità psichica e l’identità fisica può vivere uno stato di di stress importante, che però non conduce a comportamenti eterolesivi, al lite sono riscontrati più comunemente comportamenti di tipo autolesivo".

L’uso di cocaina ripetuto nel tempo quali problemi sessuali produce? Più potenza sessuale, rapporti compulsivi, problemi di eccitazione?
"E’ importante ricordare che la cocaina come sostanza stupefacente ha la caratteristica di aumentare sia la libido che la potenza sessuale. In generale questo avviene a dosaggi medio-bassi dove nell’uomo si evidenzia un forte appetito sessuale e una difficile risoluzione orgasmica. Ecco perché molti uomini assumono questa sostanza per prolungare notevolmente la prestazione sessuale. Ad alti dosaggi e l’utilizzo cronico della sostanza invece, portano l’individuo ad una diminuzione della potenza sessuale sino a toccare livelli di anedonia sessuale. Sono stati riscontrati anche stati di allucinazioni, psicosi e ipersessualità, che portano l’individuo ad una estrema e compulsiva maratona del sesso. Chiaramente, lo stato alterato e le eventuali condizioni di tipo allucinatorio possono amplificare i comportamenti erotici estremi come nel caso di tagliare parti del corpo del partner, utilizzare oggetti per colpire e percuotere aree del corpo del partner, legare, soffocare etc. Tutto questo in preda al delirio di “onnipotenza” può condurre colui che è in balia dell’orgia stupefacente all’orrore: probabilmente così come è avvenuto e si è consumato nell’appartamento del Collatino".

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