Influenza, epidemia tra i bimbi. I pediatri lanciano l'Sos e sfidano i No Vax
Morbillo, epatite, rosolia, varicella: aumenta il numero dei vaccinati
di Luca Lotti
L’influenza colpisce troppi bambini. I pediatri lanciano l’allarme: le misure adottate da sempre per contenerne la diffusione – dicono - sono diventate inefficaci.
Dopo l’adozione di vaccini sbagliati e inefficaci a garantire una copertura adeguata contro tutti i virus circolanti, ora l’sos riguarda bimbi e ragazzi.
“Secondo gli ultimi dati – dice Giampietro Chiamenti, presidente nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) - l’influenza quest’anno ha colpito il 4% dei bambini con meno di quattro anni e il 2% di quelli d'eta' compresa tra i 5 e ai 14 anni. In questi giorni mentre la curva dell'incidenza della malattia per gli adulti sta scendendo, per gli under 14 anni ha ripreso a salire. E' la dimostrazione che la strategia adottata finora contro l'influenza in eta' pediatrica è sbagliata e va modificata. Se vogliamo ottenere maggiori successi servono alcuni fondamentali cambiamenti”.
La ricetta dei pediatri prevede che siano inseriti, tra quelli da vaccinare, bambini sani dai 6 mesi a 6 anni. Per raggiungere questo obiettivo, definito ambizioso, occorre mettere in campo un'azione forte, convinta e congiunta di Istituzioni, Societa' scientifiche, figure di primo piano del mondo scientifico, culturale, sociale con il coinvolgimento attivo dei medici territoriali: pediatri e medici di famiglia. Fondamentale inoltre fornire inoltre agli utenti un'informazione non orientata a minimizzare i rischi ma improntata alla trasparenza.
La Fimp sottolinea come sia necessario ormai prendere atto che le politiche di vaccinazione tradizionali, messe in atto dalla maggior parte delle nazioni, dimostrano forti limiti. In certi Paesi, come in Italia, si registra la difficolta' di raggiungere gli obiettivi preposti. Altre nazioni invece hanno gia' capito che l'influenza si combatte efficacemente solo con il vaccino. La scelta di vaccinare i bambini a parere dei pediatri ha un motivo razionale perche' rappresenta un elemento chiave nella diffusione della patologia in quanto i bambini svolgono, loro malgrado, una funzione da “untori”. Si ammalano di più e diffondono il virus in misura maggiore e per tempi piu' prolungati rispetto agli adulti.
Forti segnali di una rinnovata consapevolezza sull’efficacia dei vaccini iniziano a far capolino e fanno ben sperare. I dati 2017 della Regione Lazio relativi alle vaccinazioni obbligatorie e consigliate infatti registrano tutti il segno piu. Per morbillo, parotite e rosolia, la copertura è passata dall’84.5% del 2015 al 95.3 del 2017 con una balzo di circa 11 punti percentuali. Per polio, difterite, pertosse, tetano, epatite B e Haemophilus inflenzae tipo b, si è passati dal 95.2 del 2015 al 96.8 dell’anno appena concluso. Per la varicella nello stesso arco temporale la copertura ha fatto un balzo di 14 punti passando da dal 6.5% al 20.5. Per il meningococco C coniugato il livello di copertura è passato dal 68.2 del 2015 alll’86.2 del 2017. Per il meningococco tetravalente invece il balzo è stato ancora più significativo passando dall’11.6 al 37.4, mentre per il pneumococco la copertura è cresciuta dal 91.9 al 92.3%. Numeri che sono un colpo a basso per No vax ma che certificano lo stato di buona salute del buon senso.