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Roma
L'Ater scrive anche ai morti. "Pagate o vi cacciamo via"

di Claudio Roma

Una lettera fumosa, spedita a inquilini reali, defunti, affittuari mai messi in regola e ad abusivi in attesa di risposta per una sanatoria. L'Ater scrive: "Pagate o vi cacciamo via".
Un patrimonio di oltre 40.000 abitazioni. 150.000 persone che dormono sotto i loro tetti. Una città nella città di Roma sparsa a macchia di leopardo in tutti i quartieri: da San Saba a Trionfale passando per il Flaminio, Testaccio, Tiburtini, Montesacro, Laurentino, Acilia per finire con il "quartiere giardino" della Garbatella che Vittorio Sgarbi ha definito "un momento essenziale di una ipotetica visita a Roma".
Una metropoli spontanea ereditata dal fallimento del vecchio IACP, del quale i più attenti ricordano un presidente che uscì in manette dalla storica sede di Lungotevere Tor di Nona. Sono le case popolari di Roma, croce e delizia di ogni sindaco che si è avvicendato in Campidoglio. Ingovernate e ingovernabili e al cui caos amministrativo ora si vorrebbe mettere ordine con ventimila raccomandate infuocate, che reclamano arretrati per somme variabili dai pochi euro alle decine di migliaia ai quali si sommano interessi di mora, a detta di esperti in materia, calcolati in maniera "bizzarra".
Le missive sono arrivate ai vivi e ai deceduti, a residenti che hanno abbandonato l'abitazione da anni oppure ai loro legittimi eredi che però non sono riusciti - nonostante sfiancanti tentativi - a farsi regolarmente volturare il contratto di affitto. Una jungla fitta come il fiume di caratteri ascii che compongono i due fogli della comunicazione scritta dall'Ater, incomprensibile per la tipologia dei residenti in queste abitazioni molto spesso persone anziane o "socialmente deboli".

La materia in verità è assai ingarbugliata, perché le leggi in materia le scrive la Regione e da lei l'ATER dovrebbe ricevere anche i fondi per la manutenzione ordinaria e straordinaria le case appartengono al Comune di Roma, ma l'ente con una botta di conti ha calcolato che i suoi affittuari sono morosi per oltre venticinque milioni di Euro negli ultimi dieci anni. Vorrebbe quindi recuperare al più presto questa somma per mettere mano a una ristrutturazione che manca da troppo tempo.
Per questo motivo ha avviato un'operazione di recupero del credito prima che esso diventi inesigibile, spedendo una missiva dal contenuto decisamente nebuoloso che non contiene il dettaglio esatto di quali fatture o bollettini dell'affitto vengono contestati, ma allega esclusivamente due bollettini postali con diverse possibilità di pagamento. La lettera acclusa a questo articolo è stata ricevuta da un cittadino che vive in un'abitazione di 40 metri quadri, senza ascensore, in un comprensorio "abbandonato" da più di trent'anni edificato alla fine degli anni Cinquanta e dove al massimo avviene lo sfalcio dell'erba tre volte l'anno. Di manutenzione ordinaria e straordinaria nessuna traccia, un luogo dove impera la latitanza più totale.
Nel 2006 l'ATER aveva effettuato un'operazione simile, con la solenne promessa di regolarizzare le situazioni pendenti, ma poi non è accaduto più nulla sia dal punto di vista amministrativo che dei restauri.
Nel frattempo la crisi economica ha intaccato fortemente le possibilità economiche delle famiglie, parecchi utenti delle case popolari hanno smesso di pagare regolarmente l'affitto per poter letteralmente mangiare e sono diventati morosi con somme cresciute in maniera esponenziale.
I comitati di inquilini pronti a contestare le somme richieste stanno sorgendo in maniera spontanea in ogni quartiere, mentre le occupazioni abusive e le compravendite "al nero" degli appartamenti non si sono mai fermate per un minuto. Un'emergenza perenne di case alla quale nessuno è riuscito a dare una risposta e neanche una pianificazione.

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