Roma

La città è sotto una montagna di rifiuti. "Ecco la verità sull'emergenza infinita"

di Donato Robilotta
    
L’emergenza rifiuti non dipende da qualche complotto o dall’ostruzionismo dei lavoratori dell’ama, che fanno il proprio dovere ogni giorno, o dal destino cinico e baro, bensì dalle scelte sbagliate fatte dall’amministrazione Marino e dai vertici dell’Ama.
Il primo problema è quello che Roma non ha una discarica di servizio, che hanno tutte le città del mondo, perché anche se la raccolta differenziata fosse arrivata al 40%, ma io ho molti dubbi, resta sempre un 60% di rifiuti da trattare, cosa che produce dei residui da lavorazione che vanno messi da qualche parte.
Il secondo problema è che l’amministrazione capitolina ha puntato tutto sulla raccolta differenziata, per un problema di visibilità, non capendo che questo è solo un aspetto della gestione dei rifiuti che non risolve in toto il problema. E così come hanno dichiarato i sindacati è stato un grave errore sottrarre circa “1.600 addetti alle pulizie per dirottarle sulla raccolta differenziata” perché questo ha provocato, come era immaginabile, che nessuno spazzasse più la città e un forte rallentamento della raccolta dai cassonetti dei rifiuti che spesso restano per strada.
Non è un caso che l’Ama abbia annunciato che verrà bloccata la partenza della raccolta differenziata in alcuni municipi e che gli addetti verranno destinati di nuovo alla pulizia delle strade, tanto che qualche quotidiano ha scritto che tornano finalmente gli scopini.
Terzo problema è la mancanza di impiantistica, sia Tmb che gassificatori, e la caperbietà dell’amministrazione capitolina e di Ama di non usare gli impianti di Malagrotta, perché dell’avvocato Cerroni, ma di portare i rifiuti non trattati all’Estero e in altre Regioni. Cosa complessa che provoca i ritardi e aumenta i costi.
Se non si individua immediatamente una discarica di servizio l’emergenza rifiuti sarà permanente, mi chiedo allora cosa aspetta il Ministro Galletti, nell’inerzia della Regione,  a intervenire per dichiarare l’emergenza e nominare un commissario che individui e trovi quella discarica di servizio che andava trovata prima della chiusura di Malagrotta.