Roma

“La donna che abortisce è una omicida”. Nuova polemica dopo il manifesto choc

L'ideatore della campagna affonda il colpo: "Vittime di violenze? Non paghi il bambino"

"L'aborto è come il femminicidio e chi lo pratica è una omicida". Nuova polemica in seguito al manifesto apparso in via Salaria, che recita: "L'aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo".

 

 

Ad affondare nuovamente il colpo è Filippo Savarese, direttore delle campagna Citizengo Italia, che, invece di fare dietrofront, difende la propria posizione ed anzi si spinge anche oltre. "Volevamo provocare un dibattito su un tema divisivo, scottante e doloroso. Un tema che ricorre nei 40 anni dalla legge sull'aborto - dichiara ai microfoni di Radio Cusano Campus - Vogliamo esprimerci e affermare le nostre opinioni. Ci sono milioni di italiani contrari all'aborto, dobbiamo sfondare il muro mediatico che ci circonda. Siamo soddisfatti del risultato, stamattina ne hanno parlato tutti i giornali. Abbiamo scelto questo profilo perché abbiamo voluto attaccare l'ipocrisia di un certo femminismo che si preoccupa della difesa della donna ma non se ne preoccupa davanti alla vita nascente. Il parallelo tra aborto e femminicidio nasce da un parallelo precedente. Noi crediamo che la vita umana sia da tutelare fin dal momento del concepimento. L'aborto è un omicidio, interrompere la gravidanza di una donna è un omicidio. Una donna che abortisce è un omicida, è chiaro, è evidente".


 

Savarese prosegue ed è un fiume in piena: "Le affissioni di quei cartelloni sono state fatte nella notte tra il 13 e il 14 maggio su spazi non comunali attraverso un'agenzia di affissione che ha i suoi spazi in concessione. Abbiamo speso circa 3500 euro per questa campagna. Noi pretendiamo che venga tutelata la nostra libertà d'espressione. Nessuno chiede che tutti condividano le nostre idee, ma non possono obbligarci a non esprimere. Il Comune è andato in panne, inizialmente credevano che avessimo affitti questi cartelloni sui loro spazi, poi si sono resi conti che avevamo utilizzato spazi non comunali. La campagna è in vista della marcia per la vita che si svolgerà sabato a Roma. Il dibattito sull'aborto deve rimanere vivo e accesso. Si parla sempre e soltanto del diritto di scelta ma non si mette mai la donna di essere davvero nelle condizioni di scegliere. La legge 194 va superata. Noi siamo qui a parlare perché siamo stati concepiti e non siamo stati abortiti. La libertà di scelta della donna? Libertà di scelta di fare cosa! Di sopprimere una vita che è già nata? Non c'è soltanto la donna, c'è anche un altro essere umano, totalmente indifeso, che non viene tenuto in nessuna considerazione. Sono stato minacciato di morte, ma non mi interessa. C'è una enorme disinformazione scientifica su quello che avviene durante la gravidanza. L'aborto delle donne vittima di violenza? Nessuno dice che certe scelte siano facili, ma bisogna concentrarsi sul fatto che una vita è nata, e una vita nata non deve pagare lo scotto di violenze perpetrate da altri".