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Roma
“Luci al led inutili e dannose per la salute”. Italia Nostra guida la rivolta

“Inutili e dannose per la salute”. Italia Nostra guida la rivolta contro le luci a led, presenti ormai in diversi centri storici del Lazio.

 

L'associazione culturale torna alla carica sulla questione dei nuovi impianti di illuminazione a led, avviato da Acea tra le polemiche dei cittadini e degli ambientalisti. Italia Nostra lancia infatti l'appello per fermare i led a luce fredda, “colpevoli” di non rendere giustizia a molti centri storici del Lazio. Luci definite addirittura “da obitorio”, a discapito dei led a luci calde. Questo il comunicato di protesta dell'associazione: “Italia Nostra, Associazione Cielo Buio, Unione Astronomi Italiana – Osservatorio Astronomico di Campo Catino scrivono a tutti i Sindaci del Lazio e alle Soprintendenze per fermare la marcia inarrestabile dei led a luce fredda e salvare i valori e i connotati dei centri storici conservando le luci calde. Tre forti motivazioni inducono questa raccomandazione estesa a tutti gli amministratori pubblici dei paesi e delle città del Lazio.

1. Come testimoniato direttamente dall’Istituto Superiore di Sanità della Repubblica Italiana i led a luce fredda sono pericolosi per la salute umana. Ciò è testimoniato anche dall’Ispra e numerosi enti scientifici, mentre l’American Medical Association indica in 3000 gradi Kelvin il limite massimo oltre il quale sono certi gravi danni alla retina e rischi di altre malattie, compreso il cancro. Tutto questo nel momento in cui le sostituzioni attualmente in corso vedono la posa in opera di lampade da 3300/3850 gradi Kelvin.
2. I centri storici in particolare vengono offesi gravemente da queste luci glaciali, quasi da obitorio, che annullano il colore caldo delle mura antiche tanto amato da cittadini e turisti. Le luci fredde annichiliscono i valori architettonici delle città storiche e dimezzano in elevazione la visione delle architetture in zona bianca e zona totalmente scura. In particolare nel paesaggio storico i nuclei abitati antichi anziché apparire quali sono, antichi borghi abbarbicati sull’Appennino, appaiono all’osservatore come nuclei industriali inspiegabilmente localizzati lungo ripidi versanti montani.
3. Lungi dall’attenuare l’inquinamento luminoso, come vorrebbero far credere le aziende che gestiscono la pubblica illuminazione, queste nuove installazioni producono un inquinamento luminoso di gran lunga maggiore dell’attuale. La luce al led, anche se ha la proprietà di direzionarsi esclusivamente verso il basso, a causa della sua forte componente bluastra, si riflette e irradia verso l’alto turbando ancora di più, si afferma fino a 4 volte di più, la possibilità di osservazione della volta celeste disturbando peraltro i normali processi e bioritmi della Natura, in contrasto quindi con lo spirito delle norme vigenti in materia (L.R. 23/2000 e Reg. Att. 8/05 Lazio).

I led a luce calda esistono. Anch’essi portano rilevantissimi risparmi nei consumi di elettricità e laddove un led a luce fredda fa risparmiare il 70%, quello a luce calda abbassa il risparmio dal 70% al 60%. L’ostinazione nel voler usare queste luci offensive non ha neppure giustificazioni economiche significative”.

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