Nomade tenta di investire un vigile, che spara un colpo. E' caccia all'uomo
Escalation di violenza nei campi rom: l'80% ha precedenti penali
Un nomade latitante, per sfuggire ai controlli, tenta di investire agenti della polizia. Un vigile che per cercare di evitare l'impatto esplode un colpo di pistola verso l'auto.
È accaduto durante quello che doveva essere un normale controllo della municipale sui campi. Un nomade alla guida di un Alfa 146, alla vista degli agenti che intimavano l'alt, invece di fermarsi ha accelerato puntando verso di loro nel tentativo di fuggire. A meno di un metro dall'impatto, uno dei caschi bianchi ha esploso un colpo dell'arma di ordinanza verso la gomma anteriore dell'auto, nel tentativo di modificarne la traiettoria prima che investisse il collega.
Secondo prime informazioni, il rom alla guida del mezzo sarebbe un latitante. L'uomo sarebbe stato infatti riconosciuto dagli agenti come un ricercato con la fama da "primula rossa", essendo già sfuggito in precedenza alla cattura, in un caso persino disarmando un agente.
E' caccia all'uomo: sul caso indagano gli uomini del gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale, che diretti dal Vice Comandante del Corpo Lorenzo Botta, hanno assunto il Coordinamento delle ricerche, per quel che concerne la Polizia di Roma Capitale.
L'escalation di azioni violente degli ultimi giorni nei campi nomadi di Roma, dove circa l'80% dei presenti hanno precedenti penali, ha registrato un picco.
"Diventa ingiustificabile, di fronte a rischi del genere a cui sono sottoposti ormai normalmente gli operatori della Polizia Locale, l'ostentato silenzio del legislatore ad inquadrare la Polizia Locale nel giusto alveo del Comparto Sicurezza”, dichiara Sergio Fabrizi RSU di Roma Ugl. "Nella circostanza l'altro collega è dovuto ricorrere all'uso dell'arma per difendere sé stesso ed il collega puntato dal veicolo in accelerazione, ma sempre e solo con la stessa scriminante del suo uso per legittima difesa personale, alla stregua di un normale cittadino, anziché del poliziotto che tutela l'ordine e la sicurezza pubblica. Questa volta è andata bene, ma la prossima? Ci sono famiglie di colleghi caduti in servizio per atti violenti che piangono ancora i loro congiunti senza alcun riconoscimento dallo Stato", conclude il sindacalista della Polizia Locale.
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