Roma

Ospedali senza medici: ne mancano 60 mila, la speranza è negli extracomunitari

Entro il 2025 in Italia mancheranno 60mila medici specialisti. La proposta del professor Foad Aodi: "Apriamo i concorsi ai non italiani”

di Massimiliano Martinelli

Odissea sanità, medici in fuga: nel 2025 atteso un “buco” da 60mila specialisti. A tamponare l'esodo di una generazione pronta alla pensione, complice anche la famigerata “Quota 100”, un potenziale esercito di medici stranieri, attualmente esclusi in migliaia dai concorsi pubblici perché privi di cittadinanza. La proposta del professor Foad Aodi: “Aprite i concorsi, così gli stranieri salveranno il sistema sanitario nazionale”.

 

Camici bianchi privi di cittadinanza italiana chiamati a reggere la fuga da ospedali ed ambulatori pubblici. Potrebbe a breve non essere più una scelta quella di aprire le porte agli oltre 19mila medici di origine straniera, di cui oltre la metà senza cittadinanza e quindi, per oltre l'80%, impegnato nel privato. Secondo il professor Foad Aodi, presidente dell'Associazione medici di origine straniera nonché consigliere dell'Ordine dei medici di Roma, nel 2025 avremo infatti necessità di 60mila specialisti, ovvero lo svuotamento di personale ed un intero sistema potenzialmente al collasso. Uno scenario attualmente preoccupante, ma al tempo stesso scongiurabile: “Serve sbloccare le specializzazioni per 10mila giovani, poi, dopo, anche programmarle. Non servono a nulla avere tutti chirurgi – dichiara il dottor Aodi – Servono anche e soprattutto pediatri, laringoiatri, neonatologi...”.

E ancora: “Mancano borse di studio, non c'è turnover – denuncia Aodi – Ci sono interi reparti che chiudono e i pronto soccorso sono in difficoltà, purtroppo quello della mancanza di medici è un fenomeno già esploso da tempo. Quota 100? Certo, è una delle cause”. La soluzione? Risposte concrete, possibilmente rapide e decise, con quella proposta a metà tra provocazione e realtà: “Apriamo i concorsi pubblici anche ai medici stranieri, potrebbero essere loro la salvezza dell'Italia. E poi incentivi come limitare la burocrazia e pagamenti puntuali, sarebbe un inizio – prosegue Aodi – A noi in quanto associazione dei medici stranieri sono arrivate diverse denunce nell'ultimo anno; circa 200 medici non vengono pagati da tre anni, ed altri 50 ad esempio non vengono pagati per niente per problemi relativi a dispute interne alle cliniche in cui lavorano”. Anche perché l'alternativa potrebbe essere la così detta “fuga di cervelli”, ma al rovescio: “Sono aumentate del 25% le richieste di medici stranieri che vogliono tornare al loro paese – rivela il presidente Aodi – Qui sono spesso pagati poco e male, mentre in luoghi come l'Arabia Saudita prendono fino a 14mila euro al mese, ed in un mese circa sbrigano tutti i problemi burocratici”.

Scatta quindi l'appello anche alla Regione Lazio, chiamata, sull'onda di quanto parzialmente tentato da Puglia e Veneto, ad aprire le porte ai medici stranieri: “Abbiamo detto alle regioni, con tutto il rispetto per i colleghi, 'non fate arrivare medici dalla Romania' – dichiara Foad - Perché farne venire 10 se in totale poi ci vogliono almeno 1-2 anni per sbrigare tutte le pratiche relative, quando l'alternativa c'è?”.