Roma

Processo Cerroni, la “caduta” del piemme. Il teste smentisce l'accusa: caos in aula

di Valentina Renzopaoli

Colpo di scena nella ventottesima udienza del mega processo sui rifiuti: uno dei testimoni più importanti del pubblico ministero Alberto Galanti smonta i pilastri della tesi accusatoria, sgretolando la posizione del testimone numero uno: Fabio Altissimi.
Ma il pm perde le staffe e l'udienza diventa un set cinematografico. Sul banco dei teste c' è Riccardo Ascenzo, ex dirigente dell'area Rifiuti della Regione Lazio. Secondo l'accusa è una delle vittime del sodalizio criminale guidato dal “re” di Malagrotta Manlio Cerroni e da coloro che erano considerati i suoi luogoteneti in Regione. In primis l'ex dirigente Luca Fegatelli. Riccardo Ascenzo è colui che, nel luglio 2010, ha esteso e firmato la determinazione della tariffa provvisoria per l'impianto della Rida Ambiente di Fabio Altissimi, contravvenendo, sempre secondo l'accusa, alle “indicazioni politiche” dei suoi superiori. E colui che, per questo suo atto amministrativo, avrebbe perso il posto di lavoro, o meglio sarebbe stato trasferito ad altro incarico su pressione proprio dell'allora direttore del dipartimento Rifiuti Luca Fegateli.
Interrogato dal pm, però, Ascenzo rimescola tutte le carte e ribalta la situazione, a partire da quella che riguarda il titolare della Rida Ambiente: “Un personaggio molto presente, direi pressante...anche se non vorrei usare questa espressione”, dichiara Ascenzo. “Preso dall'ansia per le sue difficoltà ha messo in crisi l'ufficio regionale dell'Area Rifiuti, intasandolo con cinquanta, forse sessanta tra lettere, richieste, valutazioni in soli due mesi”.
Parole pesanti, che gettano una luce nuova sull'intera vicenda. L'uomo che ha sostenuto, prima con una denuncia alla Procura e poi con la deposizione in aula, di essere stato emarginato, tenuto all'angolo per non infastidire il monopolio del patron Manlio Cerroni, lasciato ad attendere anni prima di poter lavorare con il suo impianto di Aprilia, ora appare come un personaggio presente ai limiti dell'invadenza: “Due giorni sì e mezzo no stava in ufficio da noi”, dice Ascenzo davanti al piemme e al Tribunale , tanto che la decisione di rigettare la sua richiesta di determinazione della tariffa viene spiegata dal teste come l'unico modo per difendersi: “Il rigetto della tariffa è stato un atto esasperato dagli eventi: Altissimi tempestava l'ufficio di richieste, mandandolo in fibrillazione, quasi che volesse sostituirsi a noi. Ad un certo punto la valutazione è stata di dire basta. Preso da un atto di orgoglio, Fegatelli ha deciso per il rigetto. Nessun ufficio può sopportare un urto simile: aveva mandato in tilt l'ufficio, che era composto da quattro eroici tecnici”, arriva a dire.
I legali delle difese gongolano, a stento non credono alle loro orecchie, mentre Galanti monta su tutte le furie: “C'è qualcosa che non torna... signor Ascenzo lei è suggestionato dal dottor Fegatelli. Ha paura di rispondere?”.
Per tutta risposta, la dichiarazione che spariglia: “Fegatelli mi ha detto di non avere niente in contrario al rilascio della tariffa alla Rida Ambiente, ma che bisognava lavorare con ordine, mantenendo gli equilibri di un settore tanto delicato”.
Il prossimo 1 ottobre la palla passa alle difese per il contro esame. Il match vede il piemme sconfitto per ko tecnico.