Punti verdi qualità a Roma, la vergogna della burocrazia diventa un libro
Nomi e cognomi di funzionari del Comune, politici, impiegati, passacarte, tecnici accusati di fare scempio di un bene pubblico
di Patrizio J. Macci
È il più esteso dei Punti Verdi Qualità di Roma. Un polmone verde di 21 ettari nel X Municipio, quello sciolto per Mafia nell'agosto del 2015 a cinque chilometri dal mare della Capitale. Incastonato tra la Cristoforo Colombo e i quartieri residenziali di Casal Palocco e dell’Axa, due "pianeti verdi" dove il metro quadro residenziale si paga a peso d’oro.
Una striscia lunga più di un chilometro e larga circa duecento metri. All’apice del suo splendore lo spazio ospitava un complesso sportivo con piscina, campi da tennis, un ristorante, percorsi per praticare attività fisica, orti con funzione terapeutica per studenti e diversamente abili, giochi e gonfiabili per bambini. Un gioiello nel panorama urbano di un territorio carente di risorse sociali. In principio c’era un terreno incolto con un pastore e le sue cento pecore e i ruderi di due casali. Andrea Ciabocco, maestro di tennis con un passato di allenatore di giocatori di livello internazionale, patentino federale, imprenditore con un’esperienza consolidata nell’impiantistica sportiva decide di partecipare al bando per i Punti Verdi Qualità nel 1999.
Risulta vincitore e lo spazio gli viene affidato per 33 anni a precise condizioni economiche. Investe nell'impresa tutte le sue risorse economiche. È l’inizio della sua odissea che dura a tutt’oggi. Ora ha deciso di riversare la sua storia e quella del Parco in un libro che ha affidato al digitale in formato e-book :“Il parco truffato – Il parco della Madonnetta nel sistema di Roma Capitale” e che distribuisce nel formato cartaceo a chi è curioso di leggere la storia di quella che appare come una vera e propria persecuzione. Più che un libro una vera e propria “notitia criminis” accessibile a tutti con nomi e cognomi di funzionari del Comune, politici, impiegati, passacarte, tecnici che (da quanto è riportato nel libro) stanno facendo scempio di un bene pubblico. Il racconto minuzioso di sequestri giudiziari e di un circo Barnum di avvocati prestanome, sindaci, commercialisti infedeli che (sempre a detta dell’autore) hanno contribuito a distruggere economicamente un professionista che di tasca sua ha investito 6 milioni di Euro in una struttura totalmente a beneficio della collettività e che è stato ripagato con la più totale indifferenza e spesso trattato come un fuorilegge.
La concessione gli è stata revocata ufficialmente per inadempimento nel pagamento delle rate del mutuo bancario. I guai sono cominciati con i Mondiali di Nuoto del 2009. Il territorio del X Municipio viene invaso da impianti sportivi che drenano iscritti alla sua struttura, nonostante il Comune avesse dovuto attenersi a parametri di sostenibilità. Ciabocco paga la rata del mutuo fino a quando ce la fa arrivando a rimetterci di tasca propria, poi chiede la revisione dell’importo e del tasso d’interesse perché la situazione è oggettivamente mutata. La condizione gli viene riconosciuta dal Tar del Lazio che qualifica il PVQ come Concessione di Lavori Pubblici che ha diritto al conseguente riequilibrio del piano economico finanziario. Ma il pronunciamento del Tar rimane lettera morta. Poi arriva il fulmine nella tempesta: uno dei membri occulti di una società ospitata nel parco rimane pesantemente invischiato in “Mafia Capitale” un anno fa e finisce in carcere con accuse pesantissime.
Il provvedimento di revoca dell’affidamento è ancora al vaglio del Tar del Lazio, è stato impugnato per diversi motivi (tra i quali il tasso usurario del mutuo con l'Istituto per il Credito Sportivo, alcune rate del quale sono state pagate dal Comune di Roma). Nel frattempo l’area sta progressivamente andando in malora, la struttura ha subito danneggiamenti e incursioni di vandali notturni riportando danni per centinaia di migliaia di euro. Sopravvive solo grazie all’impegno di Andrea e di un manipolo di volenterosi cittadini che si sono riuniti creando un gruppo su Facebook “Salviamo il Parco della Madonnetta”.
Solamente per tagliare l’erba del prato occorrono 500 Euro tra attrezzatura e carburante. Ciabocco si è dato una precisa scadenza nella sua battaglia per tentare di salvare uno spazio che fa gola a parecchi speculatori. “Se entro gennaio del 2017 non accade nulla, mollo tutto e torno a fare l’istruttore di tennis all'estero. Ho inviato il mio libro in Procura, aspetto una risposta. Altrimenti vado via da questo Paese, dalle persone che mi stanno distruggendo. Amo il Parco sopra tutto, ma non voglio che diventi la mia tomba”.