Roma
Rifiuti, il Governo riapre Malagrotta. Via libera al termovalorizzatore
Via libera dal Governo al termovalizzatore di Malagrotta e di Albano
di Donato Robilotta*
Quattro impianti di termovalorizzazione nel Lazio, compreso quello di Malagrotta: il Governo dà il via libera, mandando in fumo la delibera regionale.
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 233 del 5-10-2016, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che riguarda il fabbisogno di incenerimento in base a quanto previsto dall’articolo 35 del Dl 133/2016, cosiddetto “sblocca Italia”, che prevede la costruzione sul territorio nazionale di altri otto impianti.
Così come aveva annunciato il Ministro Galletti, nel corso della sua audizione alla commissione ambiente del Senato, e come avevo già scritto su Affaritaliani.it del 30 settembre scorso, il decreto prevede nel Lazio oltre ai termovalorizzatori di S. Vittore, Colleferro e Malagrotta, un quarto impianto da 210mila tonnellate l'anno.
Secondo i dati del rapporto Ispra 2015 il Lazio ha una produzione di rifiuti pari a circa 3 milioni di tonnellate all’anno e la raccolta differenziata al 32,7%.
Il DPCM calcola già la raccolta differenziata al 65%, pari a 2 milioni 3mila 542 t/anno di rifiuti, per cui residuano 1milione 78mila 830 tonnellate di rifiuti indifferenziati, che trattati negli impianti di Tmb producono circa 679mila 028 tonnellate di cdr/Css.
Si aggiunge circa il 10% di scarti della raccolta differenziata da valorizzare, pari a 200mila 354 tonnellate, ed abbiamo un totale di 879mila 382 tonnellate di cdr/css che rappresenta il fabbisogno di incenerimento a livello regionale.
Il decreto prende in esame gli impianti di incenerimento attualmente in esercizio nel Lazio, due linee per ciascuno degli impianti di Colleferro e S. Vittore, per una capacità di trattamento pari a 384.480 tonnellate all’anno di Cdr/Css, e quelli autorizzati ma non in esercizio, due linee a Malagrotta e un’altra linea a S. Vittore, per altre 281.250 tonnellate.
Complessivamente la Regione tra impianti in esercizio e quelli autorizzati avrebbe una capacità complessiva di incenerimento pari a 665.650 tonnellate all’anno.
Quindi c’è un deficit di 213mila 652 tonnellate, per questo il decreto prevede oltre all’impianto di Malagrotta anche la costruzione di un quarto impianto da 210mila tonnellate.
Questo significa che la delibera di giunta regionale, la n. 199 del 2016, sul fabbisogno regionale, scritta in fetta e furia e inviata in fase di Vas al Ministero dell’Ambiente per confutare i calcoli previsti dallo schema di decreto, non ha sortito alcun effetto.
Ora Zingaretti e la Raggi avranno più difficoltà a dire un “no” tutto ideologico al termovalorizzatore perché, come ha ben spiegato il Ministro Galletti, è vero che “la previsione del DPCM è cognitiva, ma diventa cogente se il piano regionale non viene aggiornato prevedendo soluzioni alternative” che stiano in piedi e che siano credibili e fattive.
Avendo il Ministro dichiarato che il totale della quantità di rifiuti trattati che può essere portato ancora in discarica non può essere superiore al 10% mi pare evidente che l’alternativa al termovalorizzatore non può essere l’allargamento di tutte le discariche o l’individuazione di nuovi siti per milioni di metri cubi, come pure prevede la delibera 199 della Regione.
* già Consigliere Regionale
IN ALLEGATO Il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri