Roma
Roma, buco nel bilancio del Comune da 500 mln. Lo scandalo Punti Verdi
Roma bilancio in rosso, la denuncia: “La fideiussione bancaria a garanzia del Comune di Roma era inesistente”
Giardini, parchi, aree verdi: ricordate i Punti Verdi Qualità? Dovevano essere i polmoni della Capitale, il nuovo tesoro ambientale. Oggi si sono trasformati in un debito mostruoso che pesa sulle spalle dei romani e che crea una voragine nel bilancio del Campidoglio.
La fideiussione bancaria a carico del Comune di Roma a garanzia dei 30 Punti Verdi Qualità oggi risulta inesistente. In Campidoglio la squadra di governo che per prima approvò la delibera per la concessione delle aree verdi era capitanata da Rutelli. L'intento era quello di valorizzare le aree con servizi per i cittadini. Nel 1999 la giunta deliberò lo schema di convenzione per la concessione dei finanziamenti bancari agevolati ai concessionari con una fideiussione che avrebbe avuto valore per sei anni, fino al 2006.
Da 2006 ci si perde tra le carte: la vicenda è passata sulla scrivania di Walter Veltroni, nel frattempo subentrato alla guida della città, di Gianni Alemanno, del chirurgo Marino con l’Assessore alla Legalità Sabella e infine è atterrata fra gli scheletri che il Sindaco pentastellato Virginia Raggi afferma di aver trovato come eredità del Pd. Nessuno di loro è riuscito finora a sbrogliare questa matassa.
Neanche i grillini che hanno conquistato la poltrona di primo cittadino con la Raggi sono riusciti a far riveder le stelle ai frequentatori dei PVQ. La somma totale per la quale il Comune di Roma è attualmente esposto tra Punti Verdi e Impianti Sportivi è di oltre 500milioni di Euro (somma che va depurata dalle quote pagate dai concessionari negli anni alla luce delle 11 revoche e dai 9 avvii di procedimento di revoca del gennaio 2017). Una cifra monstre (superiore al valore di mercato dell’Alitalia o al debito dell’ATAC) che prima o poi andrà a gravare sulle già dissestate casse del Campidoglio. Come se a un comune cittadino fosse stato concesso un mutuo per acquistare un’abitazione con una garanzia “farlocca” a sua insaputa.
Accettando questa “promessa” i concessionari si sono infilati in un tunnel senza uscita, che ha portato parecchi di loro al dissesto economico per aver realizzato opere faraoniche mentre avrebbero potuto tranquillamente gestire spazi di dimensioni ridotte e con le proprie forze senza indebitarsi. La fotografia attuale è di undici PVQ revocati, tre dei quali mai entrati in funzione, altri otto sono soggetti alla procedura di riappropriazione da parte del Comune, nove ai quali è arrivato un avvio di procedimento di revoca sono sospesi in un limbo: se non verranno presi provvedimenti immediati faranno probabilmente la stessa fine dei revocati nonostante vi siano al loro interno attività commerciali con insegne conosciute in tutto il mondo. I restanti non avendo chiarezza sulle intenzioni dell'Amministrazione sono "in pending", senza possibilità di pianificare il proprio futuro.
Le banche stanno chiedendo al Comune di rientrare delle somme concesse per mutui non pagati dai concessionari, ma il Campidoglio si difende rispondendo che le fideiussioni erano assenti oppure inidonee. In sintesi l’Amministrazione si autoaccusa di un’omissione che farebbe ricadere il debito interamente sulle spalle dei concessionari (che comunque hanno finanziato con risorse personali il venti per cento dell’investimento) e degli istituti di credito (Istituto per il Credito Sportivo e Bcc di Roma). Al contrario di quanto comunemente accade al cittadino in difficoltà con il mutuo di una casa, proprio per l’esistenza di questa “fantomatica” fideiussione, ai concessionari è stata impedita la rinegoziazione dei mutui quando sono stati colpiti dalla crisi.
A sostenerlo, carte alla mano, è il Comitato “Salviamo il Parco della Madonnetta” nella persona dell’Ingegner Piero Novarino che esibisce la sentenza del Tribunale di Roma N. 53367/2017 R.G. pubblicata il 29 dicembre 2017.
La sentenza
L’ordinanza di rigetto del Tribunale di Roma dà la provvisoria esecuzione al decreto ingiuntivo dell’ICS nei confronti del Comune di Roma ribaltando le argomentazioni del Comune stesso. È una sentenza che sicuramente verrà appellata dall’Avvocatura comunale per allontanare lo spettro di un ulteriore debito che andrebbe a gravare sulle tasche dei romani.
Il dramma degli imprenditori
Andrea Ciabocco concessionario con revoca pendente presso il Tar del Lazio del maggio 2015 è stato travolto da questa vicenda, insieme a lui il Parco della Madonnetta un polmone verde situato nel cuore del X Municipio.
È lui stesso a raccontarlo: “Sono ventuno ettari di bellezza incastonati tra la Cristoforo Colombo, il quartiere residenziale dell’Axa e Casal Palocco. Avevo trasformato una landa brulla e desolata in un giardino con un migliaio di piante messe a dimora, strutture sportive e ricreative al servizio dei cittadini. Nel 1995 ho partecipato a un bando per la realizzazione di un parco di soli quattro ettari totalmente autofinanziato dove avrei usato esclusivamente investimenti personali; nel 1998 mi è stato comunicato che il terreno non era più di quattro ettari ma di ventuno e contestualmente ho ricevuto la proposta di accedere a un finanziamento con la garanzia del Comune non come persona fisica ma con la costituzione di una società.
Se avessi saputo che la fideiussione era inesistente non mi sarei impegnato in un mega progetto ma avrei realizzato quello originario che era pienamente nelle mie possibilità economiche. Il Parco sarebbe ancora funzionante e senza un euro di debito a carico dei cittadini”.
E prosegue: “A nulla è valso l’intervento di Paolo Ferrara, capogruppo pentastellato in Campidoglio che è stato il principale ispiratore della Delibera di iniziativa popolare presentata quando era all’opposizione con 12.000 firme dal Comitato e poi bocciata in aula il 30 marzo 2017 quando i grillini avevano espugnato il Campidoglio. Contestualmente venne approvato un ordine del giorno a maggioranza che se applicato sarebbe stato risolutivo per i PVQ che avevano un contenzioso in corso con il Comune ma che si erano attenuti alle linee del bando originale. Inutile anche l’impegno che precedentemente i consiglieri pentastellati all’opposizione della giunta Marino avevano dimostrato nel voler salvaguardare i progetti “virtuosi”. L’idea era quella di applicare una strategia elaborata da Angelo Diario in quel momento collaboratore del consigliere comunale Frongia attualmente consigliere comunale e presidente della commissione sport con Frongia ora assessore allo sport.
Nei quasi due anni di giunta Raggi c’è stata solo la presa di posizione sull’inesistenza delle fideiussioni e l’impegno a una sistemazione urbanistica poiché -e questa è un’altra assurdità- i PVQ non erano stati recepiti dal nuovo piano regolatore generale del 2008. Nel frattempo strutture costate decine di milioni di euro si stanno degradando -il Parco della Madonnetta è uno di questi- oppure rimangono aperte senza nessuna certezza”.
Nessun atto concreto è stato messo in campo per tentare di disinnescare una bomba finanziaria silenziosa e invisibile destinata prima o poi a deflagrare. L'abbandono e il degrado degli spazi è visibile a tutti eppure nessuno nel Palazzo sembra accorgersene. L’indifferenza regna sovrana.
LA SENTENZA