Scandalo San Camillo. Tutti gli arrestati, anche una dirigente regionale
Peculato, corruzione, turbativa d'asta per appalti legati ai lavori per il Giubileo, truffa, estorsione, truffa per lavori non eseguiti. Sono i reati contestati dalla procura di Roma per alcune presunte irregolarità riscontrate nei lavori effettuati presso l'ospedale San Camillo. Irregolarità che questa mattina, con l'operazione "Piramide", condotta dai Carabinieri, ha portato all'arresto di 10 indagati e che coinvolge complessivamente 26 persone.
Per l'episodio di peculato contestato la cifra di cui si sarebbero appropriati gli indagati è di 145 mila euro, mentre ammonta a 1,3 milioni di euro il giro d'affari legato alla turbativa d'asta per appalti legati al Giubileo. Di 2,5 milioni di euro è invece l'importo liquidato per lavori non realmente eseguiti all'interno della struttura ospedaliera.
Agli arresti in carcere sono finiti Alessandro Agneni, direttore della Unita di ingegneria dell'Ospedale San Camillo; e Saccà Daniele, geometra e amministratore della STIM Srl. Ai domiciliari invece, sono andati Ferdinando Lombardi, amministratore unico della società MTC; Marco Tassinari, direttore tecnico della stessa società; Trani Giovanni, dipendente della STIM; Walter Salemme, responsabile della GS Italy; RIta Aurigemma, dipendente Cofely; Monica Cerchiaro, dipendente della STIM; e Cantore Alberto. Tra gli indagati non sottoposti a misura cautelare figurano anche Elisabetta Longo, direttore della centrale acquisti della Regione già coinvolta nell'inchiesta Mafia Capitale, e Alessandro Filabozzi, rappresentante di CCC/so.co.mi Srl.