Terremoto, dopo la morte e il dolore, l'incubo dell'amianto
L'appello dell'Ona: “Le mascherine antipolvere non bastano"
di Valentina Renzopaoli
Oltre alla tragedia delle morti e di una città che non c'è più, ora fa capolino il pericolo del killer silenzioso, l'amianto.
Tra le macerie di Amatrice e nella polvere che ormai da giorni si respira, potrebbe esserci dispersione di fibre di amianto e quindi il rischio di esposizione. A lanciare l'allarme è l'Osservatorio Nazionale Amianto che rivolge un appello alle istituzioni: “Dotate i preziosi uomini del soccorso di mascherine di protezione adeguate. Le semplici mascherine antipolvere non sono sufficienti”. Ezio Bonanni, presidente dell'Ona sceglie affaritaliani.it per spiegare quali sono i rischi e cosa si può fare.
Presidente Bonanni, esiste un rischio di dispersione e quindi di esposizione all'amianto nel territorio devastato di Amatrice e delle altre zone colpite dal sisma?
“Purtroppo esiste, così come in tutti gli eventi sismici. Il rischio è legato al fatto che nelle abitazioni e negli edifici industriali costruiti a partire dalla seconda metà del Novecento, l'amianto veniva utilizzato nelle infrastrutture, come tetti, tubature, soffitti, controsoffitti, canne fumarie. Con tutta probabilità, nel centro di Amatrice, caratterizzato da un borgo medievale e costruzioni prevalentemente in pietra, la presenza di amianto era più limitata, ma nelle strutture costruire lo scorso secolo la possibilità che l'amianto fosse stato utilizzato è molto alta. Lo conferma anche il fatto che secondo i dati del V Rapporto del Registro Nazionale Mesoteliomi gli addetti al settore dile rappresentano oltre il 15% dei malati di mesotelioma”.
Cosa succede in caso di terremoto?
“I fenomeni sismici producono lesioni, vibrazioni e, nei casi peggiori, una vera e propria polverizzazione del cemento amianto. Nel momento del crollo la polvere si disperde nell'ambiente e anche nell'acqua. Poi successivamente, quando le macerie rimangono a terra, la polvere può essere dispersa a causa degli agenti atmosferici o anche semplicemente con il calpestamento”.
Che rischi corrono gli uomini del soccorso e come si può proteggerli?
“Le polveri, anche quelle che non contengono amianto, possono provocare patologie asmatiche e respiratorie. Mentre le polveri che contengono fibre in amianto potrebbero essere decisive per l'insorgenza, tra trent'anni di mesoteliomi. Basta pensare che è sufficiente un grammo di amianto per contaminare un terreno esteso quanto un campo da calcio. Per proteggere gli uomini del soccorso è necessario dotarli di mascherine con il filtro di protezione adeguata al rischio amianto per evitare l'inalazione delle fibre”.
Sono sufficienti le mascherine bianche antipolvere che coprono naso e bocca?
“No, sono del tutto inadeguate perché non sono in grado di bloccare l'inalazione delle fibre. Ogni fibra di amianto è 1.300 volte più sottile di un capello e bastano poche fibre per determinare l'insorgenza di malattie asbesto correlate”.
Sono noti all'Ona casi di soccorritori che si sono ammalati di mesotelioma?
“Sì, abbiamo alcune segnalazioni di persone che hanno prestato soccorso durante il terremoto del Belice, che non hanno avuto altri casi di esposizione”.
Avvocato, durante l'emergenza, quando pochi minuti possono essere essenziali per salvare vite umane, le misure che garantiscono questo tipo di prevenzione, possono passare in secondo piano...
“Lo comprendo e lo capisco, ma è importante che il prima possibile si inizi a pensare anche alla salute di coloro che hanno salvato vite, recuperato chi non ce l'ha fatta e continueranno ancora per molto tempo a lavorare sulle e nelle macerie”.
Cosa è possibile fare?
“Almeno lì dove si stima ci possa essere presenza di amianto, è necessario bagnare le macerie con getti d'acqua, affinché le polveri non si disperdano, e quando finiscono le operazioni di ricerca, coprire le macerie con teli di nylon che dovranno essere portati via con mezzi meccanici da personale protetto da tute adeguate. In Giappone, dove i terremoti sono frequenti, questa è la prassi. Vorrei aggiungere che se ci fosse stato l'adeguamento antisismico ci sarebbe stato il duplice effetto di tutelare le vittime dal terremoto e dall'amianto, in quanto si sarebbe evitata la dispersione delle fibre, causando un ulteriore danno alla salute".