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Roma
Zingaretti e Gentiloni: “Lega e M5S stanno mandando all'aria il lavoro fatto”

di Valentina Ciaccio 

A Piazza Grande nella seconda giornata ci sono più di 3000 persone ma ce ne è una che su tutte risalta. E’ Bernica King figlia di Martin Luther King. E’ Lorenza Ghedini, giornalista di Radio popolare a dare inizio all’incontro cedendo subito la parola a Bernica ricordando suo padre a 50 anni dal suo assassino.

Cinquantacinque anni, figlia minore del leader afromericano, ha assunto la responsabilità di portare avanti l’impegno di suo padre. Dal 2010 è alla guida del King Center (The Martin Luther King, Jr. center for Nonviolent Docial change King Center), fondato nel 1968, attraverso il quale lavora per continuare a diffondere una cultura della non-violenza. 

“Ringrazio tutti ed è un privilegio essere qui nel nome della pace e della giustizia per onorare il nome di mio padre che per me è stato il più grande umanitario di tutti i tempi. Vivere in questo mondo è meraviglioso soprattutto se ci si schiera in nome della verità. L’organizzazione che rappresento è impegno di non violenza. Nella figura di mio padre troviamo un giusto modo per affrontare temi come razzismo, violenza e povertà”.

La King racconta: “Nel 1964 mio padre ha preso il premio nobel per la pace. La non violenza è la risposta di fronte alle oppressioni. Non significa soltanto eliminare lo scontro. Per lui era un modo per agire e per poter arrivare ad una comunità mondiale più giusta. L’unica possibile risposta è l’amore. La non violenza significa comprendere le differenze e anche accogliere il diverso da noi. Noi siamo tutti uniti nel mondo, siamo tutti nello stesso mondo. Da come mi comporto io e da come vi comportate voi, dipende il mondo. Facciamo tutti parte della stessa famiglia, quella umana”.

Il profilo del vero leader 

Spiega Bernica King alla folla: “Un vero leader deve saper guardare alle esigenze dei più deboli. Bisogna portare avanti un discorso di amore nei confronti degli altri, nei confronti dell’umanità. Un leader deve saper fare questo. Infine, perché ogni città e ogni nazione, come Roma e l’Italia possa essere grande è fondamentale trovare soluzioni per tutti quanti a prescindere dalle diverse ideologie; dobbiamo creare un modo per vivere insieme come fratelli e sorelle in pace, giustizia e uguaglianza. Così non ci saranno sconfitti. Dobbiamo lottare tutti insieme, cari fratelli e sorelle mie che oggi siete qui”.

Si susseguono sul palco poi una serie di interventi sul senso della giustizia, della competenza e della solidarietà. Elvira Ricotta Adamo che nel 2013 fonda, insieme ad altri giovani di seconda generazione, l'associazione culturale e sportiva "QuestaèRoma- contro le discriminazioni", Fernando Ferroni Presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Daniela Bretti, una giovane insegnante impegnata con i bambini delle periferie. 

Gentiloni parla alla folla

Ed è poi la volta di Paolo Gentiloni, accolto sul palco da applausi e grida di incitamento. “Grazie a Piazza Grande, grazie al vostro entusiasmo e alla speranza che viene fuori da questi due giorni di incontri. Grazie a Nicola Zingaretti che ha avuto il coraggio di fare tutto questo proprio in un momento così difficile. Coltiviamo la competenza, la cultura la politica e la creatività. Le lotte che il PD ha intrapreso quando era al governo rischiano di andare in fumo e sono già quattro mesi che Lega e 5 Stelle facendo di tutto per mandare all’aria il lavoro che abbiamo fatto per l’Italia.   Ci sono grandi crepe nel vigente Governo che ha fatto promesse agli italiani che non riuscirà a mantenere.  

A sette mesi dalla nostra sconfitta elettorale, parlare di Congresso del Pd non mi pare una scelta precipitosa. Oggi non è una gara tra correnti, non dobbiamo essere divisi. Io dico a Nicola Zingaretti e a tutti gli altri candidati che mi impegnerò perché il congresso si faccia e renda più forte il Pd. Grazie ai volontari tutti e grazie a Martina che sta portando avanti il partito d in un momento così difficile”. 

Metti un motore nel Pd

Gentiloni parla alla sinistra: “In questa Piazza Grande non c’è solo il Pd. Abbiamo bisogno di una alleanza in cui il PD deve essere il motore. Diamoci da fare, abbiamo bisogno di un Pd che sia alternativa. Non possiamo auto assolverci, abbiamo fatto degli errori, ma abbiamo anche fatto bene quando siamo stati al governo. Grazie a Minniti che tanto ha lavorato sui flussi migratori. La crescita ha accentuato le disuguaglianze in tutto il mondo. Dobbiamo correggere il modo di fare politica in questo mondo globalizzato che rende i ricchi più ricchi e i poveri più poveri.  Dobbiamo amare il nostro paese, vinceremo la partita contro i sovranismi grazie all’amore per la nostra Patria. Il Paese avrà di nuovo bisogno di noi e di tanti altri che credono nel progresso, nella libertà e nella costituzione. Viva il Partito Democratico, viva l’Alternativa per l’Italia”.

C'è spazio anche per i Municipi

Sul palco poi alcuni interventi di amministratori regionali e locali che raccontando le loro esperienze vogliono dare il proprio contributo alla rinascita del PD. Amedeo Chiaccheri, Presidente del Municipio VIII di Roma, grida dal palco “non una, ma 100 piazze grandi. Dobbiamo avere comunità che accettino il rischio dell’accoglienza”.

Zar Nicola sul palco

“Grazie a voi, grazie dal cuore a tutti i volontari che con impegno e passione ci hanno aiutato. Io non ho da proporvi una macedonia di invettive contro qualcuno, ma vorrei proporvi una speranza per il nostro paese”, dice alla alla folla il candidato segretario, mentre improvvisamente un gruppo di animalisti sale sul palco e cerca di arrivare a Zingaretti che dal microfono dice, calmo ma deciso: “Chi non sa rispettare gli uomini, non può rispettare neanche gli animali”. Un coro che grida “via, via” e poi l’intervento della sicurezza che porta via i dissidenti. Torna la calma e Zingaretti riprende a parlare. 

“L’Italia ha bisogno di crescere e ha bisogno di giustizia. Chi ha vinto il 4 marzo, ha ricevuto grande consenso ma chi ha vinto ha già iniziato a tradire le promesse fatte. Io vi prometto che insieme ce la faremo a cambiare questo Paese. Ma dobbiamo cambiare tutti e la strada nuova che si sta aprendo la dobbiamo percorrere insieme. Dobbiamo dire “basta all’io e pensare al noi”. La forza di una comunità o di un partito non si può rinchiudere nella forza di uno solo.  Serve una comunità nuova per riscoprire una missione diversa. Dobbiamo rimettere al centro le persone, non i leader. Un nuovo campo di lavoro deve nascere e dobbiamo farlo insieme. Ognuno può dare il proprio contributo a questa nuova nostra rinascita, ognuno con il suo bagaglio umano, personale e anche professionale. Piazza Grande è solo l’inizio del nostro percorso. 

Il contratto del Governo Salvimaio

“Il contratto dell’attuale governo comincia a scricchiolare. E’ fallimentare l’attuale politica economica. Salvini e Di Maio hanno fatto perno sulle paure delle persone. Come nel caso del sindaco di Riace che io mi sento di dire essere una bravissima persona indipendentemente dai fatti che ora lo vedono coinvolto. Così, con questo Governo, arriveremo allo sfascio totale. Non si nega l’aiuto agli esseri umani che cercano e chiedono salvezza. Non possiamo rallegrarci del fatto che i barconi non arrivino più; dobbiamo rallegrarci se le persone non hanno più bisogno di lasciare il loro Paese. Questa è vera politica. Chiamo a raccolta tutti i sindaci italiani per fare un movimento di resistenza che combatti realmente ma senza armi, senza le pistole tanto care al governo attuale. Le donne poi che hanno un ruolo fondamentale nella società. Vanno difese e tutelate. Così come il concetto di famiglia che non può essere calpestata. Grazie alle donne che hanno iniziato la mobilitazione del #metoo. Devono essere gli uomini i primi a difendere le donne. I giovani? Vengono trattati come polli di allevamento.  Il reddito di cittadinanza, senza una vera politica di sviluppo, li rende futuri uomini senza speranza e noi dobbiamo combattere contro tutto questo. 

Le risorse del Paese

Dice ancora Zingaretti: “Siamo un Paese con tantissime risorse e dobbiamo usarle. L’era digitale può cambiare in meglio il nostro Paese. Dobbiamo usarla.  Dobbiamo fare opposizione iniziando un lavoro di cambiamento al nostro interno. Dobbiamo ricominciare a riparlare ad un popolo che ci ha voltato le spalle. Mi dissocio da chi ha detto che io volevo un accordo con i 5 stelle. Io li voglio combattere. Ma per farlo dobbiamo riconquistare quel popolo che oggi ha preferito sostenere il governo attuale. Riaprire una nuova stagione del PD e chiederci perché le persone hanno scelto loro. Certo la Sinistra è in crisi in tutto il mondo. Ed ora, per fare opposizione vera è necessario fare un’agenda nuova, una nuova missione che possa offrire quei bisogni che molte persone hanno sentito non essere stati da noi accolti. Voglio e cerco un tempo di riflessione e cambiamento per poter porre rimedio innanzitutto alle disuguaglianze. Dobbiamo interrogarci sul nostro fallimento che di certo ha tantissime ragioni. Capiamole, interveniamo e cambiamo”. 

Infine, l'appello: “Quando qualcuno ci fermerà e ci chiederà: ma voi chi siete?. Noi risponderemo: “Noi siamo i migliori a crescere e i più testardi a difendere l’uguaglianza”. E uns guardo all'Europa: “Salviamo l’Europa con una missione nuova altrimenti i cittadini non lo capiranno. Con una missione chiara ci sarà una grande unione, un’Italia stretta all’Europa che deve avere le stesse missioni delle nazioni che la rappresentano. Staremo così in Europa perché convinti, non perché costretti. Allora sì che ci saranno gli Stati Uniti d’Europa. Ripartiamo dalle persone. Insieme si va più lontano e noi dobbiamo andare lontano”.

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