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Ecco perché Mourinho ha parlato in portoghese dopo Sassuolo-Roma
José Mourinho (foto Lapresse)

Mourinho parla in portoghese nell'intervista post match, 'mio italiano non forbito'

"Parlo in portoghese perché il mio italiano non è sufficientemente forbito e forte per esprimere determinati concetti". Così l'allenatore della Roma José Mourinho a Dazn dopo la vittoria per 2-1 sul campo del Sassuolo che segue le sue parole di ieri in conferenza stampa e il procedimento aperto nei suoi confronti dalla procura della Figc. "Ringrazio la proprietà e Pinto che nelle ultime 24 ore mi hanno dato stabilità emotiva. Grande vittoria, meritata, sono felice per i giocatori, voglio spendere una parola per il mio fantastico assistente, Foti", aggiunge Mourinho. "Riguardo alla situazione che ha destato un po’ di malumore ai tifosi e allo staff del Sassuolo quando non abbiamo restituito il pallone, mi sono avvicinato a Dionisi e gli ho detto che per ricevere fair play è necessario darlo e nel Sassuolo c’è un giocatore in particolare che è carente in questo", aggiunge Mourinho facendo riferimento all'attaccante del Sassuolo Domenico Berardi.

Sassuolo, Dionisi, 'in 11 non avremmo mai perso, Mourinho non giudichi giocatori non suoi'

"La partita è cambiata quando siamo rimasti in 10. Hanno fatto un gol su un rigore discutibile e poi con una autorete. Sugli episodi non siamo stati fortunati: l'espulsione è giusta perché abbiamo commesso un'ingenuità. La sensazione è che non avremmo mai preso gol in 11 e senza l'espulsione non l'avremmo persa". Così l'allenatore del Sassuolo, Alessio Dionisi, dopo la sconfitta per 2-1 contro la Roma. Durante il match non sono mancate le polemiche tra le due panchine. "Sono abituato al mio fair play e alla mia educazione. Nessuno dovrebbe permettersi di parlare dei giocatori altrui -dice Dionisi a Dazn facendo riferimento alle parole di Mourinho su Berardi-. Sento parlare a sproposito, siamo diciannovesimi per falli commessi, a differenza della squadra che avevamo davanti, che è una delle più fallose"

Roma, Pinto: 'Mourinho non ha offeso nessuno, mi fido del buon senso della procura Figc'

"Noi finora non abbiamo ricevuto nessuna inchiesta dalla Procura e mi fido del buon senso della Procura, lo faccio per due o tre ragioni: la prima è che nelle prime 14 giornate di campionato io e tutti noi abbiamo visto allenatori con atteggiamenti molto più brutti di quelli della panchina della Roma e non è successo nulla. Io non faccio esempi, basta andare sui social per vedere degli esempi che sono pazzeschi, e non è successo nulla. In queste 14 giornate io ho visto prima e dopo le partite diversi allenatori che hanno commentato le designazioni, le prestazioni, hanno fatto considerazioni sugli arbitri e non ho visto nessun impatto". Così il general manager della Roma Tiago Pinto, in merito al procedimento aperto dalla Procura della Figc sul tecnico giallorosso José Mourinho dopo la conferenza stampa di ieri prima del match con il Sassuolo dove ha attaccato l'arbitro Marcenaro dicendo che avrebbe ammonito Mancini dopo dieci minuti.

"Quello che ha detto Mourinho ieri non è un’offesa a nessuno, non è un attacco alla dignità di nessuno -aggiunge Pinto-. Marcenaro non ci ha mai fischiato ma ci ha fatto da quarto uomo e noi abbiamo la sfortuna che, quando lo ha fatto, ci ha sempre buttato fuori persone dalla panchina. Io dico solo che se noi non veniamo qua a parlare ci danno una multa, se veniamo a parlare, dobbiamo dire quello che vogliono loro. Io non capisco. E mi fa specie che ci siano dei responsabili italiani che dieci minuti dopo che ha parlato Mourinho stanno commentando le sue parole”.

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