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Viaggi, Rutigliano: se il tuo fischietto non funziona, c’è da preoccuparsi...





Viaggio nel paese barese celebre per la produzione di fischietti in terracotta legati a un'antica tradizione in cui il fischietto è metafora di virilità
Di Giuseppe Morello
Il recente e prolungato boom della Puglia non è dovuto solo alle località più note e a più evidente vocazione turistica (Lecce, Gallipoli, Otranto, Ostuni, ecc.). A richiamare visitatori sono anche i tanti piccoli centri dell’entroterra che, ciascuno con la sua peculiare personalità, sono in grado di offrire al turista un’esperienza ricca, non banale e spesso lontana dai soffocanti affollamenti delle località più celebri. Rutigliano, “Città d’arte” del sud est barese, è certamente un centro emblematico di questa Puglia meno nota ma altrettanto attraente. Il centro storico è bello e ben tenuto, suggestiva è la Torre Normanna che dai suoi 24 metri di altezza domina la città costruita tra due “lame” (Lama San Giorgio e Lama Giotta), solchi torrentizi usati un tempo per far defluire le acque e come vie di comunicazione. Da visitare certamente le innumerevoli chiese del borgo antico (La Collegiata, S.Chiara e relativo ex convento delle Clarisse, S.Anna, San Gregorio Magno, dell’Immacolata), oltre a Palazzo Antonelli ( del ‘500) e al Museo Civico che testimonia le radici antichissime di Rutigliano. La Collegiata merita una visita per le sue tre navate che espongono la splendida icona della Madonna delle Grazie, un brano di pulpito in marmo raffigurante due grifi. Bellissima la Chiesa rurale dell’Annunziata, un po’ fuori dal centro abitato e da poco recuperata. Tra i musei, oltre a quelli già citati, meritano una visita il Museo Capitolare e il Museo del Gioco. Rutigliano è anche "Città dell'Uva", viste le grandi produzioni di uva da tavola visibili a perdita d’occhio nella campagna circostante, piena di bellissimi percorsi naturali per chi ama il turismo in bicicletta. Paese ricco di tradizioni e di passato, Rutigliano è celebre per i suoi fischietti di terracotta, nei quali si condensano antiche tradizioni popolari legate alla fertilità e al corteggiamento e la tradizionale sapienza pugliese nella lavorazione della terracotta. L’importanza del fischietto nella tradizione rutiglianese è tale che la città ospita un bellissimo Museo del Fischietto dove ogni anno, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate (17 Gennaio) si tengono le premiazioni di un concorso nazionale che premia il fischietto più bello e la fiera in cui tutti gli artigiani (la città è piena di laboratori dove si può assistere alla produzione dei foschietti) possono mettere in mostra le loro opere. A quanto pare le origini di questa tradizione sono molto antiche: nato come strumento per pastori, il fischietto è divenuto poi simbolo di virilità tanto che i fidanzati usavano regalare alle loro amate un fischietto a forma di gallo (ancora oggi la forma più diffusa), con tutti i giochi e i doppi sensi attorno al fischietto e alla sua capacità di “fischiare bene”. E a proposito di tradizioni, vale la pena ricordare la Festa del “passa pass’” (anticamente ritenuta dalla chiesa una stupida superstizione) legata a un’antica credenza: i malati di ernia avrebbe avuto la guarigione per l’intervento della Vergine Annunziata se fosse passato più volte, accompagnato da due compari, attraverso un ramo di lentisco tagliato a metà, se il ramo tagliato avesse ripreso vita, la guarigione era assicurata. Altre versioni della tradizione parlano semplicemente di un rito di comparaggio tra amici. Innumerevoli le sagre, quasi tutte dedicate alle produzioni gastronomiche locali: quella dell’uva in settembre, della bruschetta l’ultima domenica di luglio, delle “pettole” la seconda domenica di dicembre, del grano la prima domenica di luglio. Innumerevoli i piatti locali, molti dei quali analoghi a quelli della zona. Meritano una segnalazione a parte due piatti davvero caratteristici di Rutigliano: le “braciole”, involtini di carne di cavallo lasciati a stufare a lungo nel sugo, e il “Grano buono di Rutigliano”, un particolare cereale dalle spighe molto alte e dalla caratteristiche alimentari uniche, coltivato solo qui e spesso cucinato coi ceci neri. Da tempo Rutigliano si è dotata di belle strutture ricettive e di ristorazione che si sommano al naturale spirito di accoglienza dei rutiglianesi. Segnaliamo l’Agriturismo Lama S.Giorgio, a picco sulla pittoresca "lama" e la Caffetteria degli artisti Torre Belvedere.