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Economia
Mutui, meglio il tasso fisso. La sforbiciata della Bce non aiuta il variabile

Mutui, confronto tra Euribor ed Eurirs: cosa c'è da sapere se si vuole comprare una casa

Il mercato immobiliare fa registrare una decisa accelerata, nel solo primo trimestre la domanda è cresciuta dell'1,9% rispetto allo stesso periodo del 2023, e addirittura, calcolando solo il mese di marzo c'è stata un'impennata del 6,9%, dopo un crollo dei contratti del 25% nell'anno precedente. I dati di Crif - riporta Il Sole 24 Ore - evidenziano inoltre che sono ripartite anche le surroghe (+11% a gennaio su base annua). Se ci focalizziamo sul quadro macro questa positiva inversione del mercato ha ragione di esistere. Perché il fronte tassi è ora meno incerto per gli aspiranti mutuatari. Dopo che la Banca centrale europea, da luglio 2022 a settembre 2023, ha alzato il costo del denaro di 450 punti base (portando l’Euribor da -0,5% al 4%) le probabilità che il costo del denaro continui a salire si sono ormai quasi azzerate. Arrivati a questo punto i tassi potrebbero o restare su questi livelli per un po’ oppure, meglio ancora, potrebbero scendere. Di conseguenza l’incertezza di imbarcarsi in un mutuo oggi e di dover sopportare ulteriori rialzi della Bce in futuro sembra venuta meno.

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Uno scenario - prosegue Il Sole - meno fosco sta quindi spingendo molti aspiranti mutuatari a farsi di nuovo avanti. E questo spiega il risveglio della domanda. A ciò bisogna aggiungere il crescente segmento dei “mutui green” (si veda articolo in basso). Va precisato che la domanda, tanto per gli acquisti quanto per le surroghe, non ha dubbi sulla scelta del tasso. Nel 90% e passa dei casi siamo sul fisso. Dall’analisi della curva dei tassi e dal confronto tra Euribor ed Eurirs. L’Euribor 3 mesi (il più gettonato tra le banche per agganciare il calcolo della rata variabile) viaggia al 3,82%, poco sotto il tasso sui depositi della Bce (4%) e molto vicino al probabile taglio dei tassi da 25 punti base previsto per giugno. L’Euribor 12 mesi (che per definizione è chiamato a vedere un po’ più lontano) è al 3,6 per cento. Questo perché il mercato non sta scontando una Bce molto aggressiva. Per questo il fisso conviene ancora di più rispetto al variabile a livello probabilistico, la certezza non c'è.






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