Affari Europei

L'Italia cede e aderisce al brevetto unico Ue. Esulta Confindustria

Ecco la svolta: l'Italia cambia posizione e dopo anni di battaglie avvia il recepimento del brevetto unico europeo. La decisione dopo l'ultima sentenza della Corte di Giustizia Ue. Costi per 250 milioni all'anno. Esulta Confindustria. Finisce così una lunghissima querelle durata anni. Una querelle nella quale l'Italia aveva sempre mantenuto la sua posizione di ostilità verso una disposizione che riteneva ingiusta.

Ora il cambio di marcia, con il Comitato interministeriale per gli Affari Europei, presieduto a Roma dal Sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi, che ha avviato il processo di revisione della posizione che nel 2012 aveva visto l'Italia non aderire alla cosiddetta 'cooperazione rafforzata' di 25 paesi su 27 che a suo tempo aveva invece aderito al 'Pacchetto Brevetti' europeo.

"L'impegno assunto ha avviato un processo che è orientato al superamento dell'impasse in cui si trova attualmente il nostro Paese", ha affermato Gozi. "Siamo infatti gli unici nell'Ue ad aver sottoscritto l'accordo sulla giurisdizione senza però accettare l'istituto giuridico, ovvero il 'brevetto unitario', che quella giurisdizione è chiamata ad applicare. Ovviamente, verrà presentato al Parlamento uno screening approfondito della situazione, poiché c'è la piena consapevolezza delle implicazioni che questa scelta potrebbe avere per il sistema produttivo italiano". La decisione italiana è arrivata dopo che a inizio maggio la Corte di Giustizia Ue ha bocciato l'ultimo dei ricorsi pendenti sulle norme in questione. 

Il nuovo pacchetto brevetti, al quale l'Italia si appresta ad aderire, messo a punto per ottenere una protezione semplificata delle invenzioni su tutto il territorio europeo grazie all'adozione di una procedura unica,  si regge su due colonne: il brevetto unitario a livello europeo, che supera il modello tradizionale dell'Ufficio europeo dei brevetti (Epo), fondato sulla Convenzione di Monaco e il Tribunale unificato brevetti, un sistema giurisdizionale unitario in materia di brevetti che si basa su un accordo internazionale sottoscritto a febbraio del 2013.

La decisione porta con sé i commenti positivi di Confindustria: “Si tratta di una buona notizia per l'industria italiana. Dopo anni di tentennamenti e di sterili contrapposizioni l'Italia decide finalmente di uscire dall'isolamento e di stare dalla parte delle imprese che innovano e investono in ricerca e sviluppo, aderendo a un sistema pensato per rendere più efficace la tutela brevettuale attraverso un unico titolo valido su tutto il territorio europeo e una tutela giurisdizionale uniforme”. Adesso la priorità è “formalizzare, anche in sede europea, questa decisione. Occorrerà in seguito fare sistema per far sentire il peso dell'Italia nei negoziati in corso sugli aspetti relativi alla ripartizione delle tasse, così da incentivare ulteriormente le nostre Pmi ad avvalersi del nuovo brevetto”.