Affari Europei

Bruxelles prova a rivoluzionare l'Eurozona. 'Serve un ministro delle finanze europeo'

Un ministro delle finanze della zona euro, il rafforzamento dei controlli sui conti pubblici nazionali, difese finanziarie comuni più solide e rappresentanza unica dell'Eurozona nelle istituzioni internazionali a partire dal Fondo monetario internazionale. Sono queste alcune delle proposte contenute nel piano per il rilancio della zona euro messo a punto dai presidenti delle cinque principali istituzioni europee e divulgato oggi.

Il piano si divide in tre fasi, con misure da applicare fin da subito, altre a partire da metà 2017 e quelle a piu' lungo termine da portare a compimento entro il 2025. Il rapporto preparato dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ("in stretta cooperazione" con il presidente della Bce Mario Draghi, quello del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente dell'eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e il presidente del Parlamento Ue Martin Schulz) non manca di idee molto ambiziose, ma contiene anche proposte concrete da applicare nel breve termine.
Una delle idee piu' altisonanti e' la creazione di un ministero delle finanze della zona euro, pur mantenendo alcune competenze nazionali in materia di tasse e spese. Di piu' facile attuazione e' il rafforzamento dell'Eurogruppo, dove siedono i ministri delle finanze della zona euro, dotandolo di un presidente permanente entro meta' 2017.

Piu' nell'immediato, i leader Ue chiedono un'ulteriore stretta sul controllo dei conti pubblici dei paesi della zona euro creando una nuova agenzia delegata al controllo dei bilanci e autorita' nazionali che monitorino e facilitino gli sforzi verso una maggiore competitivita'. In cambio dell'ulteriore cessione di sovranita' nazionale, si creerebbe un nuovo meccanismo finanziario che aiuti i paesi in difficolta' a prevenire possibili crisi, anche se non e' indicato chiaramente come reperire i fondi per questo meccanismo mentre si sottolineano diversi paletti nella sua possibile attuazione.

Il Fondo salva stati (ESM nell'acronimo inglese), la cui funzione e' intervenire una volta cha una crisi e' gia' scoppiata, avrebbe la possibilita' di prestare denaro al fondo salva-banche (Fondo unico di risoluzione) nella fase transitoria verso la creazione di un capitale sufficiente per intervenire a supporto delle banche al collasso (la fase transitoria dura fino al 2024 e prevede il graduale accantonamento di 55 miliardi di euro).

Il fondo di risoluzione delle banche e' finanziato dagli stessi istituti di credito, e anche i prestiti dell'Esm sarebbero poi ripagati dalle banche, secondo il piano. Nell'immediato, i leader propongono anche di creare una garanzia unica europea per proteggere i depositi bancari, che attualmente sono garantiti a livello nazionale fino a 100,000 euro. La garanzia europea sarebbe una sorta di seconda assicurazione congiunta sulle garanzie nazionali.

Per ridurre il legame pericoloso tra banche e titoli del tesoro nazionali, il piano propone anche di considerare nel medio termine di stabilire "limiti alle cospicue esposizioni verso titoli nazionali," si legge nel documento. I leader europei propongono inoltre la rappresentanza unica dell'eurozona presso organismi internazionali e in particolare il Fmi dove gli stati membri si presentano ancora in ordine sparso. La richiesta non e' nuova, ma finora non ha mai sortito effetti.