Centrodestra, Fitto: "Servono le primarie, come negli Usa"
Raffaele Fitto, fondatore di Direzione Italia, lancia la sfida a Berlusconi: "Servono primarie subito, come negli Usa". Intervista
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
A fine gennaio é nato a Roma Direzione Italia, un nuovo partito fondato da Raffaele Fitto, fuoriuscito da Forza Italia in rottura con la linea di Silvio Berlusconi. Insieme a Fitto si é schierato un altro eurodeputato, Remo Sernagiotto, che insieme all'ex governatore della Puglia siedono nell'Ecr (il gruppo dei Conservatori e Riformisti a Strasburgo). Insieme stanno radicando Direzione Italia a livello nazionale. Ma quali son i principi ispiratori di questa nuova formazione? Ne abbiamo parlato con lo stesso Fitto che da poco é anche stato nominato vicepresidente della Fondazione New Direction, fondata da Margareth Thatcher.
Onorevole Fitto, come si colloca Direzione Italia a livello europeo?
"Facciamo parte del gruppo Ecr, i Conservatori e Riformisti, che é la collocazione più logica per chi si inserisce nella tradizione moderata ma non accetta le politiche che Merkel impone al gruppo popolare, in cui siede Forza Italia".
Vi definite euroscettici o eurocritici?
"Noi siamo a favore dell'Europa, ma non di questa Europa dove a farla da padrona é la burocrazia e una visione germanocentrica. Noi siamo contrari alla proposta di Europa a più velocità perché ci sembra una soluzione pasticciata che non dà risposte alle legittime preoccupazioni dei cittadini".
Qual é il vostro progetto di Europa?
"Noi vogliamo la riscrittura dei Trattati per andare verso una Europa più leggera, che ci sia dove serve, per coordinare le politiche degli stati membri, soprattuto nel commercio. Ma che faccia un passo indietro lasciando libertà agli Stati su molte materie in cui oggi invece c'é un eccesso di regolamentazione. Un esempio é il ministro delle finanze unico, un superburocrate che dovrebbe definire regole comuni per tutti. Un progetto esattamente contrario ad una Europa che dà più libertà agli Stati e che incentiva la competizione".
L'Est Europa ha una visione diversa dell'Unione rispetto ai Paesi nordici o all'area mediterranea. Mettere mano ai trattati non rischia di portare alla disgregazione dell'Europa?
"O l'Europa cambia radicalmente oppure va a sbattere. O mettiamo mano ai Trattati oppure ci aspetta una lenta agonia. Dobbiamo rivoluzionare l'Unione per dare risposte a quelle preoccupazioni dei cittadini che ora stanno portando all'ascesa dei cosiddetti populismi. Oggi le persone votano 5Stelle perché il Centrodestra non é in grado di dare risposte credibili ai problemi, soprattutto economici".
L'Unione europea non riesce a risolvere i problemi di cui é afflitta?
"L'Ue é bloccata. Prendiamo la sede di Strasburgo del Parlamento europeo. E' una assurdità che una volta al mese tutti i deputati si spostino da Bruxelles a Strasburgo con una duplicazione dei costi enorme. Eppure visto che per cambiare questa situazione ci vorrebbe l'unanimità e la Francia si oppone, si continua con questo status quo che non porta da nessuna parte".
A Direzione Italia é stata applicata l'etichetta di 'partite neo-thatcheriano'. Vi ritrovate in questa definizione?
"In parte. L'Italia soffre per un debito pubblico enorme e una spesa pubblica fuori controllo. Il governo Renzi non ha fatto altro che distribuire mance elettorali, dagli 80euro al bonus per i maggiorenni, fino al jobs act. Tutte false riforme che hanno solo pesato sul bilancio pubblico. Serve maggiore responsabilità nella spesa pubblica e una diminuzione delle tasse per le imprese, in questo siamo sicuramente thatcheriani".
Quali sono i vostri rapporti con Forza Italia?
"Noi siamo usciti da Forza Italia per due motivi: perché non ci sono regole di partito all'interno delle quali ci puó essere un dialogo né un criterio di selezione per la scelta di un leader. Inoltre abbiamo rotto perché contrari al patto del Nazareno sulla riforma costituzionale e la legge elettorale. Scelta che poi ci ha dato ragione".
Voi chiedete che nel Centrodestra si indicano le primarie, mentre Berlusconi non le vuole. C'é un problema di leadership?
"Le primarie servono per scegliere non solo un leader, ma anche una visione politica e un programma. Negli Stati Uniti Trump si é proposto con una visione differente rispetto a Ted Cruz o Marco Rubio. Erano persone differenti con programmi differenti. C'é stato un dibattito che ha permesso non solo di identificare un leader, ma anche di riallacciare un legame tra il partito e milioni di elettri delusi".