Affari Europei
Emissioni, accordo Ue sulle quote. Rivoluzione anticipata al 2019
Ora è ufficiale: il meccanismo europeo per lo scambio delle quote di emissioni di CO2 è anticipato al 2019. Con 495 voti a favore, 158 contrari e 49 astensioni, la plenaria del Parlamento europeo ha infatti approvato l'accordo raggiunto a maggio con il Consiglio sull'anticipazione del rinnovo dei permessi di emissione (ETS) inizialmente previsto per il 2021.
La riforma, come spiega Euractiv, mira a ridurre il surplus dei diritti di emissione destinati al mercato al fine di sostenerne il prezzo e facilitare cosi la riduzione della CO2 emessa. Si tratta di un tassello importante che rientra nel più ampio disegno del Pacchetto energia clima 2030, che prevede una riduzione obbligatoria delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030 nell'insieme dell'Ue rispetto ai livelli del 1990.
Per raggiungere gli obiettivi ci si avvarrà della collaborazine della Banca europea per gli investimenti che sostiene alla realizzazione di progetti in materia di rinnovabili e tecnologie per la cattura e lo stoccaggio del carbonio con i proventi della vendita di 300 milioni di quote di emissione, e che verrà rinnovato con una dotazione di 400 milioni di quote di emissioni (NER400).
Il Consiglio ha anche deciso di andare avanti con l'assegnazione di quote gratuite e ha previsto l'istituzione di una riserva del 2% di quote Ue ETS per eventuali investimenti aggiuntivi da parte di stati membri con Pil inferiore al 60% della media Ue. Il nuovo regolamento, spiega sempre Euractiv, crea un sistema che preleva automaticamente una porzione di quote dal mercato per porle in una riserva di "stabilità", qualora l'eccedenza sia superiore a una certa soglia. Nello scenario contrario, le quote potrebbero essere restituite al mercato.