Eurogruppo, corsa al dopo Dijsselbloem. Favorito il lussemburghese Gramegna
Tutti i nomi per la presidenza dell'Eurogruppo del dopo Dijsselbloem
Eurogruppo: al via la corsa per la successione a Dijsselbloem
I ministri delle Finanze dell'Eurozona inizieranno oggi le procedure per la successione di Jeroen Dijsselbloem alla presidenza dell'Eurogruppo. Il suo incarico scade a metà gennaio prossimo, e l'uomo politico olandese non può ricandidarsi in quanto non fa più parte del governo guidato da Mark Rutte, dopo che il suo partito laburista ha perso le ultime elezioni. Il processo rischia di trasformarsi in uno scontro tra le famiglie politiche dei socialisti e dei liberali e non è escluso che nelle prossime settimane emerga un candidato a sorpresa. Nella riunione di oggi, sarà lo stesso presidente uscente a presentare la procedura per presentare le candidature, che dovrebbe aprirsi a meta' novembre e chiudersi dopo un paio di settimane. Il voto è atteso nella riunione dei ministri delle Finanze Euro del 4 dicembre. "Ho sospetti di chi si candiderà. Ma non ho idea di come si concluderà", spiega un alto funzionario dell'Eurogruppo. Tra i ministri che avrebbero espresso informalmente interesse all'incarico ci sono il francese Bruno Le Maire, lo slovacco Peter Kazimir, il maltese Edward Scicluna, il portoghese Mario Centeno, il belga Johan Van Overtveldt e il lussemburghese Pierre Gramegna. Il ministro italiano Pier Carlo Padoan, sarebbe considerato un candidato autorevole, ma le prossime elezioni della primavera 2018 rappresentano un ostacolo importante a un'eventuale candidatura. Fra i favorevoli stanno emergendo Le Maire, Gramegna e Kazimir.
Tutti i nomi per la presidenza dell'Eurogruppo
"Ogni candidato ha dei pro e dei contro", dice un diplomatico, ricordando che è necessario trovare un equilibrio politico e geografico. Il Pse rivendica il posto in virtù del fatto che Dijssebloem veniva dalla sua famiglia politica e rappresentanti del Ppe detengono le presidenze di Consiglio europeo, Commissione e Europarlamento. Ma anche i liberali vogliono farsi sentire, visto che l'Alde ormai può contare su altrettanti capi di Stato e di governo e ministri delle Finanze rispetto ai Socialisti. L'auspicio di molti è che il processo di concluda "per consenso" com'era accaduto con Dijssebloem, che il 4 dicembre presiederà il suo ultimo Eurogruppo. L'estate scorsa, diversi diplomatici avevano scommesso sul francese Le Maire, che ora si è lanciato in una sorta di campagna elettorale. Nel fine settimana Le Maire è stato a Berlino per incontrare Peter Altmaier, successore di Wolfgang Schaeuble al ministero delle Finanze e braccio destro della cancelliera Angela Merkel. Domani Le Maire incontrerà a margine dell'Ecofin lo slovacco Kazimir e il portoghese Centano, entrambi potenziali rivali nella corsa per la presidenza dell'Eurogruppo. Ma nel corso dell'ultimo mese ha preso quota la candidatura del lussemburghese Gramegna. Il 10 ottobre, il ministro delle Finanze del Granducato aveva detto di essere "pronto" per l'incarico, a condizione che emergesse "un consenso" dentro l'Eurogruppo sul suo nome. La cosa più importante - aveva spiegato Gramegna - è che "il successore di Dijssebloem sia un ministro delle Finanze competente".
La Germania sta con Gramegna
La Germania non si è ancora espressa pubblicamente, ma avrebbe fatto sapere di preferire a Le Maire un candidato di un paese piu' piccolo come Kazimir o Gramegna, le cui quotazioni sono in netta crescita. Il francese, come Emmanuel Macron, non appartiene a alcuna famiglia politica europea, ma viene comunque dal Ppe. Inoltre la sua elezione alla presidenza dell'Eurogruppo rischia di rafforzare l'impressione di egemonia franco-tedesca al vertice della zona euro. Lo slovacco Kazimir appartiene alla famiglia socialista, ha il vantaggio agli occhi di Berlino di essere un "falco" sulle politiche di risanamento dei bilanci, ma è considerato poco autorevole da diversi ministri. Il lussemburghese Gramegna, pur non essendo mai stato eletto in elezioni nazionali, è annoverato tra i liberali e viene da un piccolo paese che tradizionalmente fa da ponte tra Germania e Francia. Ma ci sono anche diversi ostacoli sulla strada di Gramegna verso la presidenza dell'Eurogruppo. Con un altro lussemburghese (Jean-Claude Juncker) alla testa della Commissione, il piccolo Granducato si ritroverebbe con un peso sproporzionato ai vertici delle istituzioni Ue. Inoltre, nelle elezioni del 2018 in Lussemburgo i liberali del premier Xavier Bettel rischiano di uscire sconfitti, mettendo in discussione il posto di Gramegna al ministero delle Finanze. La soluzione potrebbe essere di decidere di far diventare la presidenza dell'Eurogruppo permanente in modo informale. In quel caso, anche Padoan rientrerebbe nei giochi.