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Affari Europei
Isis, la strategia del terrorismo in Europa.Ecco cosa c'è dietro gli attentati

Parigi, Bruxelles, Nizza, Berlino. Gli attacchi del terrorismo jihadista al cuore dell'Europa nel giro di un anno si sono moltiplicati. E non è, come dice qualcuno, una semplice reazione ai bombardamenti in Siria o in Medio Oriente. L'offensiva Isis in Europa è il fulcro di una strategia del terrore ben precisa che ha motivazioni ben più profonde. Ecco il piano del Califfato sul fronte europeo.

LA STRATEGIA DELL'ISIS DIETRO GLI ATTENTATI IN EUROPA

Non è vero che l'Isis attacca l'Europa come reazione a quanto accade in Siria o in Medio Oriente. Gli attacchi sono infatti stati pianificati sin dal 2012, quando ancora non esisteva neppure una guerra contro lo Stato Islamico da parte di paesi europei e Stati Uniti. Per l'Isis attaccare in Europa ha un doppio significato. Per l'Isis infatti l'Europa è al tempo stesso un importante bacino di potenziali reclute e un pericoloso contro modello di vita.

TERRORISMO PER GENERARE CONFLITTI INTERNI

L'obiettivo degli attentati dell'Isis è dunque quello di seminare il terrore, attirare giovani di seconda o terza generazione e insieme generare confusione e conflitti interni nei diversi paesi europei, in particolare Francia e Germania. Vale a dire i due paesi fulcro della politica europea. L'intenzione è quella di dimostrare il fallimento dell'alternativa europea al califfato jihadista e sconfessare l'utopia dell'accoglienza. Alimentare estremismi e populismi porterebbe infatti all'acme lo scontro e renderebbe più semplice il reclutamento di nuovi musulmani residenti in Europa.

"ISIS, NUOVI ATTACCHI IN FRANCIA"

Non ci si può dunque che aspettare nuovi attacchi in Europa. Non è un caso che dopo Berlino il braccio mediatico francese di Isis abbia pubblicato immagini per incitare a replicare in Francia un attacco ricorrendo a un camion come quello effettuato dal tunisino Anis Amri. Lo riferisce l'organizzazione Site specializzata nel monitoraggio dei siti jihadisti. Sull'immagine in alto a sinistra la scritta in francese "la prossima volta potrebbe toccare a te". Sullo sfondo un mercatino natalizio con una chiesa in stile gotico, gente che cammina sotto la neve. Nel centro una grande esplosione. La sicurezza è stata portata ai massimi livelli in Francia, il Paese più colpito dal terrorismo islamico nelle sue varie versioni: iniziarono il 7 gennaio 2015 a Parigi con l'attacco al settimanale satirico Charlie Hebdo (rivendicato da al Qaeda nella Penisola Arabica) due uomini uccisero 12 persone; due giorni dopo al supermercato ebraico kosher Hypercacher, un affiliato di Isis, uccise 4 persone; il 13 novembre 2015 con la strage in cui un commando del sedicente 'Califfato' massacrò 130 persone; il 14 luglio scorso quando, per la prima volta, venne impiegato un camion, da un franco-tunisino di Isis che massacrò 86 persone sulla promenade des Anglais a Nizza. Il 26 luglio, infine, la macabra esecuzione del sacerdote Jacques Hamel, 86 anni, sgozzato da due membri di Isis nella sua chiesa di Sant-Etiene-du-Rouvray, dove stava dicendo messa. E purtroppo potrebbe non essere finita.

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