Affari Europei
Primi 100 giorni, Trump non spaventa l'Ue
Dopo 100 giorni di governo Trump Stati Uniti ed Europa non sono arrivate ai ferri corti, come molti temevano. Ma l'imprevedibilità di Trump spaventa Bruxelles
A un mese esatto dalla prima visita del presidente Usa nel vecchio continente, le forti preoccupazioni con cui l'Europa aveva accolto l'elezione di Donald Trump si sono in parte ridimensionate, anche se nei palazzi di Bruxelles il clima resta guardingo. L'atteggiamento aggressivo nei confronti dei partner europei nella Nato e piu' in generale dell'Unione europea, che ha raggiunto il culmine durante la campagna elettorale, ha recentemente trovato toni piu' accomodanti. Dopo avere auspicato "altre uscite dopo la Brexit", Trump e' arrivato a dire, parlando con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Washington, che "un'Unione europea forte e' nell'interesse degli Stati Uniti".
Disgelo tra Bruxelles e Washington
C'e' chi dice che a convincerlo sia stata, in occasione del loro incontro di gennaio, la stessa premier britannica Theresa May, consapevole a sua volta che anche al Regno Unito post Brexit conviene che l'Ue rimanga un mercato unico di riferimento, se non altro per ragioni di relazioni commerciali. Anche la recente occasione degli appuntamenti di primavera del Fondo monetario a Washington ha evidenziato, agli occhi degli europei presenti e in particolare del commissario Ue agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, una forma di "disgelo" dell'atteggiamento reciproco, nel tentativo di trovare un terreno comune di dialogo sul piano delle relazioni economiche e finanziarie, in vista del G20 di luglio in Germania.
Trump in Europa per il G20
E' quindi con minore apprensione che l'establishment comunitario e gli alleati nella Nato si apprestano ad accogliere Donald Trump, a fine maggio, nella speranza che anche il secondo decisivo turno delle elezioni presidenziali francesi vada nella direzione auspicata a Bruxelles. Restano pero' ben presenti vari motivi di incertezza.
Mogherini pontiera tra Trump e Juncker
Negli ambienti delle istituzioni Ue si fanno notare i numerosi contatti avviati in questi primi 100 giorni, anche ai livelli apicali: l'alto rappresentante Federica Mogherini, vicepresidente della Commissione, ha piu' volte incontrato e sentito i suoi omologhi Usa, il segretario di Stato Rex Tillerson, e anche il vicepresidente Mike Pence. Dal punto di vista del metodo, quindi, la relazione bilaterale Ue-Usa procede. Ma, si sottolinea, non c'e' ancora chiarezza sul merito, in particolare sulla politica internazionale della Casa Bianca, a partire da quella commerciale, ma anche in Medio Oriente e nelle relazioni con la Russia.
La mancanza di una strategia Usa per la politica estera spiazza Bruxelles
Le dichiarazioni di Trump non sono sempre coerenti rispetto a quelle del suo entourage, e i suoi interlocutori di Bruxelles restano guardinghi, consapevoli della sua imprevedibilita'. Solo sulla questione Brexit l'Ue ha voluto chiarire che non ci puo' essere un accordo bilaterale fra Londra e Washington finche' l'uscita del Regno Unito non sara' completata, fra due anni. Il 25 il presidente Usa sara' al vertice dell'Alleanza atlantica al quartier generale di Evere; nessun appuntamento e' per ora previsto dall'altra parte della citta', come si dice qui, ovvero nei palazzi Ue. E' invece sicuro che da Bruxelles andra' a Taormina per il suo primo G7.
Nato pomo della discordia
Sulla Nato la posizione di Trump e' stata ribadita in diverse occasioni dai suoi collaboratori e anche direttamente nell'incontro con il segretario generale Jens Stoltenberg nell'incontro bilaterale del 12 aprile scorso a Washington: il sostegno Usa resta forte, ma gli alleati europei devono aumentare le loro spese per la difesa. Inoltre, la Nato deve essere in prima linea anche nella lotta contro il terrorismo. Quanto all'Ue, al di la' delle schermaglie verbali che hanno opposto nelle prime settimane del suo mandato il presidente ai vertici comunitari, c'e' la volonta' di salvaguardare lo storico partenariato transatlantico.
Anche il Ttip non sembra essere tramontato del tutto
Al momento, il negoziato per arrivare a un trattato di libero scambio (il Ttip) e' ancora congelato, ma recentemente l'amministrazione Usa ha lanciato qualche segnale di disponibilita' a riaprire la questione. Sara' uno dei temi che Trump avra' modo di affrontare a Taormina, con i leader degli altri 6 grandi. Nell'attesa di sapere se a rappresentare la Francia ci sara' Le Pen o Macron, quello "scenario dell'orrore" paventato dal famoso messaggio del capo di gabinetto di Jean-Claude Juncker un anno fa su Twitter ("G7 2017 con Trump, Le Pen, Boris Johnson, Beppe Grillo? Uno scenario dell'orrore che mostra bene perche' e' importante combattere il populismo", aveva scritto sul suo profilo Martin Selmayr) sembra meno temibile. E persino le recenti prove "muscolari" del Pentagono sul terreno dei conflitti internazionali, con gli interventi Usa in Siria e in Corea, hanno suscitato reazioni "diplomatiche". Da un lato, sull'attacco aereo in Siria, i partner europei si sono dimostrati comprensivi sulla motivazione, evitare ulteriori attacchi con armi chimiche ma dall'altro si e' ribadito che prima di intervenire sarebbe sempre opportuno attendere il risultato dell'indagine Onu sui responsabili .