Ritardo di 13 anni e budget sforato del 300%. Il Gps europeo non decolla
Errori tecnici, valutazioni errate e una inefficienza manageriale sarebbero la causa del buco miliardario e dei ritardi infiniti che affliggono il programma Galileo-Egnos, il sistemi di geolocalizzazione che nelle intenzioni dell'Unione europea avrebbe dovuto fare concorrenza al Gps statunitense.
La Corte dei Conti europea ha pubblicato un rapporto in cui spiega come Galileo e Egnos (European geostationary navigation overlay service) costerà all'Europa più di 13 miliardi di euro, una bella somma se si considera che il budget iniziale stanziato da Bruxelles era di 'soli' 4,6 miliardi di euro.
Ma non si tratta solo di una questione di costi. Il programma Galileo sarebbe infatti dovuto diventare operativo nel 2008 dopo il via libera del Consiglio europeo che nel 1999 aveva stanziato i primi fondi. Ora invece le stime ci dicono che probabilmente l'anno di messa in servizio di tutto il sistema sarà il 2021, tra cinque anni.
Di responsabilità precise la Corte dei conti non ne dà. Si parla di errori tecnici, di ritardi e anche di mancanza di capacita manageriali. Certo é che il programma, di cui sono partner molte aziende italiane, non può certo essere definito un successo, ne un caso di efficienza europea.
Eppure spazi di mercato per il sistema di posizionamento europeo ce ne sarebbero. Il gps statunitense, proprietà del ministero della Difesa Usa, era stato inizialmente pensato per scopi militari. Serviva a guidare i missili intercontinentali con una precisione di 100 metri. Il sistema Galileo-Egnos ha invece una precisione al metro.
Senza contare gli aspetti di sicurezza. Il segnale del sistema Usa può infatti essere degradato o spento. In caso di guerra, per fare un esempio, il Pentagono potrebbe staccare la spina ai satelliti, oppure rendere i loro rilevamenti meno precisi o ancora assicurare il servizio solo in alcune aree del mondo.
Per questo la Corte dei Conti ha chiesto espressamente che l'Agenzia spaziale europea punti maggiormente sulla commercializzazione del servizio. “Il successo della nuova infrastruttura europea si basa su una efficace promozione dei suoi potenziali usi”, scrivono i giudici revisori. “Occorre concentrarsi sui vantaggi rispetto al Gps: l'autenticazione del segnale, l'elevata precisione e tempi di connessione più veloci".
Il mercato c'é ed é in crescita. Secondo le stime della Commissione europea il giro di affari dei servizi legati al posizionamento terrestre cresce del 30% l'anno e le stime ipotezzano che contribuisca al Prodotto interno lordo dell'Unione per il 6-7%. Basti pensare a tutte le app che girano su smartphone grazie alla geolocalizzazione, oppure ai navigatori, senza contare gli usi industriali (come l'aviazione).