Affari Europei
Stati Uniti d'Europa, Macron ci prova, ma é solo
"Macron ha l'afflato da padre fondatore. Ha le idee chiare, federaliste e profondamente pro-europee. Ma é da solo". L'intervista a Mercedes Bresso
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Ha parlato del rischio di una guerra civile, della necessità di rilanciare il sogno europeo e di riscoprire una nuova sovranità europea. Macron ha parlato davanti alla Plenaria dell'Europarlamento, ad un anno dalle elezioni per il rinnovo dell'unica istituzione europea eletta direttamente dal popolo, e si é confrontato con gli eurodeputati. E lo ha fatto per rilanciare il processo di integrazione.
"Macron é sicuramente un leader che ha l'afflato da padre fondatore. Ha le idee chiare e profondamente pro-europee", spiega ad Affaritaliani.it Mercedes Bresso, eurodeputata del Partito democratico e vicepresidente del Gruppo S&D. "La sovranità dei nostri singoli Stati non vale nulla se non é inserita in una sovranità europea che é l'unica che puó essere incisiva su molte questioni. Macron é un federalista convinto e il suo discorso lo ha rispecchiato".
Gli Stati nazionali non possono competere in un mondo globalizzato?
"E' più facile far sentire la nostra voce nel mondo come membri dell'Europa piuttosto che da soli. Lotta al cambiamento climatico, energia, gestione della Rete, difesa, Bilancio e Fisco devono essere gestite a livello europeo. Secondo me anche la giustizia, sul modello statunitense, mentre Macron non ne ha parlato in Aula".
Il Bilancio e il Fisco sono forse i temi più scottanti...
"Su cui peró si sta lavorando molto. Macron ha parlato della necessità di un Bilancio europeo, dotato di risorse proprie, e di un Fisco comune perché questi sono gli strumenti attraverso i quali l'Europa puó perseguire una sua propria politica, slegata dagli equilibri mutevoli dei governi nazionali. E' un passo importante e necessario verso una maggiore integrazione".
Forse a causa dello scandalo Facebook, Macron ha parlato anche di tutela della sfera digitale dei cittadini. C'é oggi un tema di sovranità digitale?
"Certo, la Rete ormai é parte integrante delle nostre vite e delle nostre economie ed é globale. La sua gestione e la protezione dei cittadini devono passare da un approccio europeo. Anche perché ci sono risvolti diretti sulla vita democratica dei nostri Stati".
Di democrazia Macron ha parlato chiedendo un modifica del modo in cui le decisioni vengono prese a Bruxelles. E' d'accordo?
"L'Europa é la casa della democrazia, ma perché l'Unione europea possa prendere delle decisioni rapide é necessario che si riveda anche il modo in cui le decisioni vengono prese. Fine dunque dei voti all'unanimità, tranne che su Difesa e Politica estera, e sì al voto a maggioranza. Macron questo lo ha detto bene anche se non ha affrontato il tema della trasparenza del Consiglio, dove il voto dei singoli Stati é ancora segreto".
Questa modifica delle modalità di voto deve passare da una riforma dei Trattati?
"Non é detto, si puó usare la cosiddetta 'clausola passerella'. Macron non ha accennato ai Trattati perché sa bene che in questo momento, con le spinte euroscettiche e populiste in atto, mettere mano ai Trattati sarebbe pericoloso".
Una Europa federalista dunque, ma Macron non ha risparmiato critiche aspre, ad esempio ai Paesi dell'Est.
"Qui i temi sono due. Da un lato il dumping sociale, per cui i Paesi dell'ex blocco sovietico sfruttano il basso costo della manodopera e una legislazione più carente dal punto di vista ambientale, per fare concorrenza sleale ad altri Paesi all'interno dell'Unione. Dall'altro il fatto che i governi dell'est beneficiano dei fondi europei in maniera netta, e dunque ricevono solidarietà dal resto dell'Unione, ma poi sono sordi alle richieste di aiuto sul tema della redistribuzione dei migranti".
Macron ha sottolineato la necessità di riforma del Trattato di Dublino, però a Bardonecchia abbiamo assistito ad una mancanza di cooperazione e fiducia tra Stati, no?
"Macron é a favore di una co-partecipazione alla tutela dei confini esterni, ma anche di una lealtà nella gestione di quelli interni, dove spesso noi facciamo finta di non vedere i migranti che provano a passare il confine con la Francia".
Macron ha una visione chiara del futuro dell'Europa, forse però gli manca un partner per realizzarlo. Mi riferisco a Merkel e al programma di governo firmato con la Spd.
"Il programma tedesco é molto dettagliato e concreto e puó essere complementare a quello più di largo respiro di Macron. Il problema é che mancano tutti gli altri all'appello. La Spagna, l'Olanda, l'Austria... Anche noi italiani, presi come siamo dall'incapacità di formare un governo. La quota dei Paesi euroscettici o affezionati allo status quo é molto alta".