Affari Europei
"Ttip, una minaccia per l'agricoltura Ue". Lo studio
"Il Ttip minaccia la tenuta delle PMI agricole europee". Lo afferma uno studio tedesco. "Sono due modelli incompatbili". E preoccupano gli standard sulla sicurezza alimentare. La voce che si alza contraria all'accordo di libero scambio transatlantico proviene da uno studio dell'associazione tedesca per l'economia verde UnternehmensGrün.
Secondo la ricerca, gli agricoltori europei, già alle prese con le difficoltà collegate all'embargo russo sui prodotti agricoli Ue in risposta alla proroga delle sanzioni economiche da parte di Bruxelles, potrebbero essere ulteriormente danneggiati dal Ttip. L'armonizzazione degli standard agroalimentari tra Ue e Usa, secondo lo studio, potrebbe compromettere interi settori dell'agricoltura europea.
Non è la prima volta che il Ttip desta critiche e preoccupazioni. Intervistato da EurActiv Germania, Peter Pascher, dell'associazione degli agricoltori tedeschi DBV, ha dichiarato che i prodotti europei di qualità, apprezzati dai consumatori americani, avranno migliori prospettive commerciali negli Usa grazie al Ttip. Uno studio condotto nel 2014 per conto del Parlamento europeo, invece, sostiene che per effetto dell'accordo, il valore dell'agricoltura nell'Ue dovrebbe scendere dello 0,5%, mentre dovrebbe salire dello 0,4% sull'altra sponda dell'Atlantico.
Le norme europee sul "Made in" sono uno dei nodi della discordia al tavolo del negoziato del Trattato commerciale transatlantico Ue-Usa, il cosiddetto Ttip, in cui si discute di tutela delle indicazioni geografiche europee. Gli Stati Uniti, ma anche molti Paesi del nord Europa capeggiati dalla Germania, sono tutt'altro che convinti della necessita' di difenderle. Anche la recente ricerca condotta dal Consorzio di Tutela del parmigiano reggiano ha dimostrato come, col termine "Parmesan", si possa configurare un danno ai consumatori americani che in gran parte credono di mangiare un prodotto italiano.
A preoccupare anche il problema dei pesticidi. I livelli di residui ammessi negli Stati Uniti sono ben più alti di quelli autorizzati in Europa': quello che si teme è che in pratica, mentre i produttori europei devono garantire la sicurezza e l'igiene dei prodotti lungo l'intera catena alimentare, quelli statunitensi utilizzano sostanze chimiche alla fine della catena di produzione per uccidere gli agenti patogeni nel pollame. La trattativa avanza ma i dubbi restano.