Affari Europei

Ttip, l'Ue risponde al ricatto Usa: "La sentenza dice no al flusso dati"

"Questa sentenza della Corte di Giustizia rappresenta un giudizio severo e stabilisce che il trasferimento di dati dall'Ue agli Stati Uniti debba semplicemente smettere. Deve fermarsi perché gli standard di protezione dei dati nell'Unione europea sono molto superiori a quelli degli Stati Uniti". Lo afferma Claude Moraes, Presidente della Commissione dell'Europarlamento che si occupa della questione, rispondendo così al "ricatto" di Washington sul Ttip. Proprio ieri, infatti, l'ambasciatore americano presso l'Unione Europea Anthony Gardner aveva detto che "senza il flusso di dati dagli Ue agli Usa non si avrà mai l'accordo sul libero scambio".

"Tutti i nostri dati - quelli di Facebook, le ricerche su Google o le transazioni finanziarie - si trovano negli Stati Uniti, ma seguendo modalità diverse. Le aziende dovranno fare altri accordi per proteggere i nostri dati", prosegue Moraes. Fino a che punto siamo controllati sui social media? "Al momento penso che i cittadini accettino che il nostro comportamento sui social media venga monitorato", risponde Moraes. "Quello che non sanno è come sta avvenendo il controllo. Certo, grazie alla nostra inchiesta sulla sorveglianza di massa al Parlamento europeo abbiamo scoperto esattamente cosa sta succedendo. Sospettavamo molte cose. Una volta che abbiamo sentito le rivelazioni di Edward Snowden abbiamo scoperto molto di più. Le prove indicano che l'equilibrio tra privacy e sicurezza è spostato nella direzione sbagliata. Il modo per ribilanciare la situazione è di capire la tecnologia, al fine di garantire gli aggiustamenti e le verifiche, e per garantire di avere delle strutture su cui contare".