Affari Europei

L'Ue al Sudafrica: "Arrestate Bashir". Ma Pretoria gli dà l'immunità

L'Unione europea ha sollecitato il Sudafrica di provvedere all'arresto di Omar Bashir, il presidente sudanese contro cui la Corte penale internazionale ha emesso un ordine di cattura per il reato di crimini di guerra, genocidio e crimini contro l'umanità. Bashir, ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio per i massacri nel Darfur, è bloccato in Sudafrica dove era arrivato sabato notte per il summit Ua. Già domani l'Alta Corte di Pretoria potrebbe decidere sul possibile arresto e la consegna alla Cpi, ma in realtà in Sudafrica viene persino onorato e trattato come un illustre ospite. Pare che gli sia stata garantita persino l'immunità per la sua partecipazione al vertice di Johannesburg.

Il dittatore sudanese è ritenuto responsabile della morte di almeno 300.000 persone e di oltre 2 milioni e mezzo di sfollati nel sanguinoso conflitto nella provincia semiautonoma sudanese del Darfur e nella sistematica pulizia etnica delle milizie arabe e islamiche contro la popolazione nera, con un lungo corollario di stupri, tortura e altre atrocità. Incriminato dalla corte dell'Aja nel 2009 e colpito da mandato di arresto internazionale, Bashir s'è cautamente spostato in Paesi non membri della Cpi, con qualche eccezione. Il Sudafrica è membro sottoscrittore dello Statuto di Roma, dove nel 1998 furono gettate le fondamenta della Corte penale internazionale. "La piena collaborazione (degli Stati, ndr) con la Corte penale internazionale", ha affermato in una nota il Responsabile degli Ventotto, "è un requisito per il funzionamento della Corte stessa".