"Il Diavolo veste Prada, ai lavoratori nada": contestata Anna Wintour

Clamorosa protesta dei lavoratori del "New Yorker" a casa della mitica giornalista e manager

Attualità
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"Il Diavolo veste Prada, ma ai lavoratori nada”: la colorita protesta nei confronti di Anna Wintour è andata in scena di fronte alla casa della temutissima - ma forse non troppo - direttrice di "Vogue", nonché supermanager di Condè Nast, col ruolo di responsabile dei content worldwide.

Curiosamente, a protestare sono oltre 100 lavoratori della redazione del settimanale “New Yorker”, che non a caso hanno scelto il classico font della testata per il loro striscione, unico giornale del gruppo editoriale che non risponde direttamente alla Wintour.

Grazie anche all'iconico film "Il Diavolo veste Prada", nel quale era impersonata da una straordinaria Meryl Streep, Anna Wintour rappresenta però l'immagine stessa del gruppo e quindi è il bersaglio ideale per una contestazione piuttosto risentita.

I lavoratori lamentano che "non si vive di solo prestigio" (il "New Yorker" è una delle testate più accreditate d'America) spiegando che gli stipendi sono così bassi che solo chi viene da famiglie benestanti può permettersi questo lusso. Molti dei dimostranti sono freelance o precari che non hanno tutele di legge.

La protesta dura da due anni, con dichiarazioni di sciopero e contestazione da parte dell'editore, che ha  definito “inaccettabile” e “illegale” l'agitazione. Oggi la tensione tocca un picco inaspettato, con l'invasione della sfera privata di Anna Wintour

Non è certo un momento particolarmente fortunato per la leggenda vivente dell'editoria patinata americana:  lo scorso anno Wintour è stata costretta a scusarsi per aver discriminato giornalisti, fotografi e stilisti di colore.