Azionario Usa, mercato volatile ma la salute del Paese è robusta

Società di spicco come Meta, Alphabet e Johnson & Johnson garantiscono stabilità dei profitti a lungo termine, anche in contesti di mercato incerti

di Christophe Nagy*
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Mercato azionario Usa: volatilità, ma salute nazionale robusta

Ad aprile, il mercato azionario statunitense ha evidenziato un andamento discontinuo a fronte dei segnali di salute robusta del Paese. In marzo la spesa per consumi si è dimostrata forte e l’inflazione ha smesso di rallentare, stabilizzandosi al di sopra del 3%, ossia a un livello superiore all’obiettivo della Federal Reserve.

Questi fattori hanno determinato una riduzione dei tagli dei tassi attesi dagli investitori obbligazionari nel 2024 e un aumento dei rendimenti delle obbligazioni a 10 anni, esercitando pressione sugli asset a duration elevata. Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente hanno intensificato la volatilità di gran parte degli asset rischiosi.

Questi fattori non dovrebbero distogliere l’attenzione dal fatto che tutte le regioni principali registrano condizioni finanziarie più concilianti e un rimbalzo industriale, come attestato dagli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) nazionali e regionali. Johnson & Johnson ha ribadito la guidance per il 2024, sostanzialmente alimentata da una nuova serie di prodotti farmaceutici che dovrebbero consentirle di crescere malgrado la perdita della protezione brevettuale di un importante prodotto, Stelara, nel 2024. Cintas (azienda di noleggio di divise) ha riportato un incremento del fatturato del 10% e un’espansione dei margini di 1,2 punti percentuali, grazie a volumi solidi e a un modello operativo ottimale. La crescita è scaturita dalle offerte sia core che più recenti (Fire, First Aid e Safety Services), mentre l’EPS è salito del 22%.

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I colossi della pubblicità digitale Meta e Alphabet hanno riportato una crescita rilevante di ricavi e profitti. Sono tuttavia emerse preoccupazioni per l’incremento degli investimenti e le prospettive di costi di Meta, che alimentano i timori di un oneroso ciclo di investimenti nell’IA. Per contro, Alphabet ha attenuato tale genere di timori per il suo posizionamento competitivo nell’IA: i ricavi della divisione di ricerca hanno infatti registrato una nuova accelerazione e sono stati espressi commenti positivi circa l’utilizzo dell’IA nelle ricerche

*Analisi a cura di Christophe Nagy, Gestore del fondo Comgest Growth America di Comgest