Acquisire una maggiore capacità critica

Massimo De Donno
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Affari di Genio

"Frequentando Genio in 21 Giorni ho osservato in Silvia la capacità di saper discutere, di sapersi confrontare con il suo tutor, facendo valere le sue ragioni. Non è qualcosa che le mancasse, prima. Ho constatato tuttavia che questa capacità si è ulteriormente sviluppata"

Roberta Balduzzi ha una figlia di 27 anni, Silvia appunto,  che frequenta la Facoltà di Economia presso l'Università della città in cui vive con la famiglia: Trento. 

Pacata, riflessiva, usa le parole  in modo stringato ed essenziale. La virtù della morigeratezza e del riserbo, in un'economia di emozioni feconde quanto basta, ma mai oltre misura.

Colpisce questo perimetro descrittivo perchè è la misura di un cammino, percorso all'interno di una famiglia in cui lo zelo verso l'adempimento del proprio dovere si percepisce essere la statura attorno a cui tutto si muove.

"Ha scelto Genio perchè voleva che lo studio pesasse di meno", dice Roberta di sua figlia. S'impegnava ma l'impegno universitario cooptava tutta la vita della ragazza, in questo modo costretta ad una vita di sacrifici che la privavano di spazi di libertà.

"Avere una maggiore capacità critica", questo è l'altro punto attorno al quale ruota la riflessione di questa settimana. Lo spirito analitico, la capacità d'indagine e di comprensione della realtà, è un ruolo che per competenza dovrebbe essere esercitato dalla scuola. La quale dovrebbe pungolare e sollecitare la capacità degli studenti nell' osservare la realtà con uno spirito critico  rinnovato, capace di andare a fondo nelle questioni.  

Quello che si coglie invece è che questo spirito si sia prima mitigato ed infine annacquato negli anni, all'interno di un taylorismo scolastico , una sorta di catena di montaggio nella produzione del sapere, legato a un processo nozionistico che ha come svuotato gli studenti dall'appassionarsi a ciò che apprendono. 

Negli studenti deve albergare, invece,  il fuoco sacro del cambiamento. La capacità di mobilitare la formazione culturale quale strumento di cambiamento dei paradigmi contemporanei dopo aver assunto, nel piacere dello studio e del sapere e all'interno di una dialettica politica, gli strumenti più qualificati per disvelare i meccanismi del potere e della reificazione delle iniquità sociali: nel campo economico, politico, giuridico e anche in quello bellico guardando ai conflitti di questi ultimi anni.

Imparare ad apprendere dunque deve essere un esercizio di disciplina personale, di igiene mentale e di formazione politica, contro l'inverarsi di una società fondata sull'arrivismo, sul narcisismo e sul consumismo, incapace di formare all'interno di una critica sociale, una società dialogica, aperta, e critica verso tutto quello che si mostra come mera apparenza, incapace di strutturare un'identità solida. 

L'apprendimento dunque è la chiave di volta per cambiare davvero, evolvendosi in forma più matura e più consapevole. 

Max Rigano